RITA MERLINI

Raccontaci la storia del tuo brand: quando hai iniziato a pensare a questo progetto?

Sono nata e cresciuta in Toscana ed ho sempre ammirato gli artigiani in ogni campo e la loro manualità. Dopo l’università ed un periodo negli Stati Uniti mi sono iscritta ad una scuola di modellista accessori a Firenze e successivamente mi sono diplomata alla scuola del cuoio nella stessa città. Subito dopo ho avuto la possibilità di collaborare con artigiani fiorentini maestri dell’ intreccio ed altre lavorazioni manuali ed ho deciso di portare avanti questo progetto.

Da piccola avevi mai pensato di intraprendere questo cammino?

Sono sempre stata curiosa ed entusiasta di imparare cose nuove. Mio nonno era sarto ed è da lui che è nato il mio interesse nel campo del disegno e della moda, passando i pomeriggi nella sua sartoria tra i banconi ed i tessuti. Ho lavorato nel turismo per un periodo e viaggiato molto, poi ho deciso di seguire questa strada.

Hai coinvolto amici e parenti per la costruzione della tua azienda? Da chi è composto il tuo team?

Ho degli amici ed alcuni collaboratori che mi aiutano per l’aspetto commerciale e logistico e dei meravigliosi artigiani che abitano e lavorano nella splendida Toscana ai quali affido le lavorazioni e la realizzazione delle borse.

Ricordi cosa hai pensato quando hai realizzato il primo prototipo?

Una grande gioia. Vedere realizzata un’idea è la cosa più bella che ti possa capitare. Il nome della prima borsa nata è stato Eva, come la prima donna e da allora ogni mia borsa ha un nome di donna, in questo modo sento di dare valore e personalità ad un’idea alla quale ho lavorato con passione ed entusiasmo.

La collezione di borse Rita Merlini è prodotta interamente a mano con pellame naturale: quanto è importante per te rispettare l’ambiente?

Il rispetto dell’ambiente è una priorità per me. Scelgo soltanto pellami conciati al vegetale, con tannini naturali, provenienti da aziende appartenenti al Consorzio Vera Pelle al Vegetale ed ogni borsa è lucidata e trattata soltanto con cera d’api e panno di lana.

Cosa fa di un pellame, un pellame naturale? Quali step deve seguire?

Il pellame conciato al vegetale proviene da bovini destinati all’industria alimentare, non contiene sostanze tossiche come coloranti azoici, nichel e cromo, nocive per l’uomo e per l’ambiente, perché è conciato con tannini naturali presenti nella corteccia degli alberi come ad esempio la mimosa e il castagno.

In cosa consiste la certificazione che viene rilasciata dal Consorzio?

Il cartellino di garanzia su ogni borsa è rilasciato dal Consorzio, è numerato e certifica la qualità, la naturalezza e l’origine del pellame acquistato dalle concerie associate.

La Toscana da sempre è il punto di riferimento per la lavorazione della pelle: è stato facile per te trovare concerie e artigiani con cui collaborare?

No, non è stato facile. E’ il frutto di un grande e costante lavoro alla continua ricerca dei pochi artigiani rimasti nelle province toscane custodi delle antiche tecniche di lavorazione che si tramandano di padre in figlio

Quanto tempo richiede la creazione di una borsa Rita Merlini, dalla progettazione alla realizzazione?

La progettazione di ciascuna borsa avviene durante la preparazione di ciascuna collezione, avendo in mente delle tonalità, delle forme e delle lavorazioni.

La preparazione successiva di ogni singola borsa comprende il taglio manuale delle strisce, l’intreccio manuale, la confezione e la lucidatura, con panno di lana e cera d’api.

La natura è di sicuro una fonte di ispirazione per la tua linea di borse: dove preferisci lavorare ai nuovi modelli della collezione? Hai un rifugio nella natura o lavori in un ufficio?

Lavoro in ufficio, dove ho il mio vecchio bancone, i pellami, i miei modelli e gli strumenti che mi servono, ma spesso lavoro anche da casa. Traggo ispirazione dalla natura, ho sempre un quaderno con me, ovunque vada, l’ispirazione spesso arriva durante una passeggiata nel bosco o in campagna o in spiaggia anche in inverno. Ho il piacere di vivere tra due terre meravigliose, la Toscana e la Liguria, le ispirazioni non mancano…

Come riesci a conciliare la tua vita lavorativa e la tua vita familiare? Hai figli?

Sì, ho due figli e diventare mamma mi ha dato una marcia in più, sono molto grata a loro per la mia crescita personale. Conciliare la vita lavorativa e familiare non è semplice, ma sono felice al pensiero di trasmettere loro l’importanza di portare avanti un progetto, un’idea, con entusiasmo, impegno e determinazione.

I colori delle tue borse sono senza tempo, ma non per questo banali: quanto è importante per te la scelta delle tonalità?

Mi piacciono le tonalità della terra, e scelgo colori come il grigio cenere, il fango, il noce, il color sabbia, i marroni… e adoro il rosso, specialmente in estate. Nella realizzazione di una nuova collezione la scelta dei colori è importante, ma ancor di più lo sono le forme, le proporzioni e le lavorazioni.

 

Sul tuo sito www.ritamerlini.it abbiamo visto che ogni tua borsa è realizzata a mano: vuoi raccontarci il motivo di questa scelta?

Sì ogni borsa è realizzata a mano. Tagliamo le strisce di varia lunghezza a seconda del modello,  poi vengono intrecciate, una lavorazione irregolare, particolare e unica nel genere, eseguita dagli artigiani in Toscana, come le altre lavorazioni, dalla plissettatura ai ricami. Questa scelta è il nucleo del progetto: realizzare un prodotto che valorizzi l’eccellenza artigiana italiana e che si differenzi dalle molte produzioni in serie con materiali scadenti.

Hai intenzione di vendere le tue borse online in futuro o, considerando la qualità dei tuoi prodotti, preferisci che i tuoi clienti le tocchino con mano?

Alcuni negozi con i quali lavoriamo vendono online sul loro sito, sul nostro abbiamo scelto di presentare il nostro prodotto e il nostro stile. Preferiamo il contatto diretto, spesso le persone ci scrivono ed a loro indichiamo il punto vendita più vicino oppure spediamo direttamente. Altri ci vengono a trovare nel nostro ufficio showroom a Chiavari.

Puoi darci qualche anticipazione per la prossima stagione?

Ci sto ancora lavorando… presenteremo la nuova collezione ai18 a New York e Parigi da fine Febbraio, avremo nuovi intrecci ed altre lavorazioni interessanti…

Grazie!

MOTHER’S STYLE IN AUTUNNO

Qui in Italia le donne hanno sempre un aspetto bello, apparentemente senza impegno. Mi sembra che essere in ordine e benvestiti sia nel DNA Italiano, e gli abbinamenti funzionano alla perfezione in qualsiasi look: che sia da mamma stanca, business woman, per un appuntamento galante o una serata tra amiche!

A quasi ogni donna piace andare a fare shopping di tanto in tanto, e mischiare elementi nuovi e vecchi nell’armadio. Ho alcuni capi che conservo dai tempi in cui vivevo a New York,  e mi piace abbinarli con cose nuove. Cerco di rimanere aggiornata sulla moda perchè mi piace, ed in Islanda e a New York ho avuto modo di vedere persone che si vestono in maniera molto libera; ho sempre ammirato le persone con un forte stile personale. Vestiti come se nessuno ti guardasse o come se ti guardassero tutti! Non importa!

Quando sono diventata mamma ho sentito il bisogno di vestirmi più da donna, perchè al parchetto sotto casa mi capitava spesso di essere scambiata per una babysitter o ragazza alla pari J

Vivi, impara e cresci è sempre un mantra nelle nostre menti ed è un raggio di luce che traspare dai nostri occhi, ma non c’è nulla di male a voler anche essere in ordine e vestiti bene. Cercherò di rendere più attiva la pagina Mother’s Style, perchè credo sia al momento la sezione di cui non mi sono ancora occupata abbastanza qui sul blog fino ad ora J. Adoro esplorare blog di moda ed Instagram per trovare nuovi look ed ispirazioni.

Avrò sempre un selvaggio cuore hippie, evviva il flower power! Mi piacciono molto i vestiti lunghi e colorati, anche in inverno. Li indosso con delle calzamaglie calde ed una giacca pesante, sanno rendere più allegri i giorni freddi e gli inverni lunghi. In più, I colori dell’autunno sono troppo belli per vestirsi in maniera noiosa!

I vestiti caldi sono l’ideale per i giorni freddi, e possono diventare più o meno eleganti a seconda degli abbinamenti: con scarpe, stivali bassi o sneakers per un look easy da giorno, oppure con stivali più eleganti o tacchi per un look da sera.

Al momento il mio look è easy da giorno: un bel paio di jeans con un maglione morbido over size e sneakers. Perfetti per questo momento dell’anno.

Le giacche Bomber sono molto in voga adesso e si trovano di tantissimi colori e stili…mi piacciono un sacco! Elevano un look jeans e sneakers e ci permettono di correre dietro ai bambini con stile. Mamma impegnata, scarpe comode!

love JM

Look 1 : Abito e sciarpa Iceberg – anfibi Casadei
Look 2 :  Giacca Thermakota e Uli Hernzer – borsa Coccinelle – stivali Casadei
Look 3 : Total look stella McCartney
Look 4 : Jeans Iceberg – jeans Jbrand

Stylist Benedetta Ceppi

photo credit @stefanotrovati

PANCAKE ALLA BANANA SANI E DELIZIOSI

Sì, ho proprio scritto la parola “sani”, avete letto bene!! Ero così entusiasta quando li ho provati la prima volta che mi sembrava troppo bello per essere vero. Ma poi ho capito che davvero erano deliziosi e oltretutto anche facili da cucinare. A volte la domenica mattina amo preparare il brunch, ovviamente in una versione più sana possibile, e questi sono un dessert perfetto. Ideali anche per una colazione diversa durante la settimana o per la merenda del pomeriggio o dopo la scuola. A me piacciono anche freddi e sono comodi da portare al lavoro come spuntino pomeridiano, da gustare assieme ad una tazza di tè 🙂

Ad ogni modo potete mangiarli come e quando preferite voi, ovviamente. Questa ricetta include però anche le uova; so che alcuni dei miei lettori non le mangiano quindi mi adopererò per trovare una ricetta anche per loro che sia altrettanto gustosa.

Queste sono le dosi per 4 persone, nello specifico per una famiglia di 4. La preparazione è pari passo quella che faccio di solito io, per noi a casa, ma se la vorrete fare per meno persone si possono ridurre gli ingredienti.

Prendo due banane biologiche qualsiasi e mi assicuro solamente che siano ben mature per poterle schiacciare senza difficoltà. Le sbuccio e le schiaccio bene con una forchetta.

Prendo tre uova e le rompo prima in un bicchiere perché sono talmente goffa che spesso mi casca dentro qualche pezzo di guscio 🙂 in questo modo, posso togliere eventuali pezzettini indesiderati prima di aggiungerle al resto. Successivamente sbatto bene le uova aiutandomi con una forchetta.

Aggiungo due cucchiai di farina d’avena o di quinoa e qualche pizzico di cannella per un gusto extra.

Mescolo bene il tutto et voilà, preparazione finita!

Mi raccomando scaldate bene la padella; io aggiungo mezzo cucchiaino di olio di cocco in modo che i pancake non si attacchino, inoltre è più facile rigirarli e l’olio lascia un retrogusto piacevole.

Io li preparo di dimensioni piuttosto piccole, ma voi potete sperimentare e farli come preferite. Vi prometto che ci sarà un buonissimo profumo in tutta la casa, quasi come se stesse già arrivando Natale. Vi consiglio di accendere una candela mentre ve li godete e sentitevi liberi di aggiungere i vostri frutti preferiti; in questo caso, i miei erano mirtilli 🙂

Spero che piaceranno sia a voi che alle vostre famiglie.

Love JM

QUINOA ALLA ZUCCA

Siamo nuovamente nella stagione delle zucche e non so se sia solo una mia sensazione, ma è come se Settembre fosse appena iniziato! In realtà, so bene che siamo già in pieno Novembre e che il freddo ormai sta crescendo di giorno in giorno perciò vi voglio parlare di un piatto che trovo perfetto per questo periodo: gustoso, appagante e che riscalda. E’ ideale come secondo sulle vostre tavole ma anche un pasto molto sano servito da solo. Inoltre, il profumo che si sparge in tutta la casa quando si cucina la zucca è meraviglioso, quindi, essendo molto facile da preparare, vale la pena anche solo provare a cucinarlo!

Prendete una zucca di grandi dimensioni, va bene di qualsiasi tipo, una di quelle che al supermercato vi sembra tra le migliori. Qualunque sia la varietà scelta si adatterà bene a questa ricetta. Non esiste una gran differenza tra le varie zucche da un punto di vista nutrizionale.

La prima cosa da fare è lavare molto bene la scorza per togliere lo sporco che spesso vi troviamo sopra, soprattutto quando si tratta di un prodotto fresco e biologico.

Tagliatela a metà (mi raccomando fate attenzione e assicuratevi di utilizzare un coltello affilato).

Togliete i semi e la parte filamentosa centrale ad ogni lato, posizionatela poi rivolta verso il basso, rovesciate sopra un bicchiere d’acqua e cuocete in forno per 40 minuti.

Nel frattempo potete preparare la quinoa (la mia ricetta completa la potete trovare QUI);

Usate il latte di cocco biologico solo alla fine, così, quando la quinoa sarà pronta basterà solamente aggiungere quello e cuocere il tutto a fuoco lento per un minuto o due. Spegnete e lasciate riposare fino a quando la zucca in forno sarà pronta.

Quando anche la zucca sarà pronta, basterà posizionarla rivolta verso l’alto su di un piatto e raccoglierne la polpa, un procedimento davvero molto facile dopo la cottura che l’ha ammorbidita.

Mettete poi la polpa in un recipiente, mescolate insieme la quinoa, fate cuocere per circa 5 minuti ed eccola pronta da servire. Se siete amanti della cannella come lo sono io, potete aggiungerne un po’ quando state per mescolare insieme i due ingredienti principali.

Spero davvero che vi piaccia questa ricetta e non dimenticatevi di taggarci su Instagram o Facebook! Mi piacerebbe davvero vedere il risultato, se ci provate 🙂

Love, JM

È ARRIVATA LA PRIMAVERA

Se sei entusiasta, almeno quanto lo sono io, per questo bellissimo clima primaverile ed ogni giorno cerchi di rimanere all’esterno il più a lungo possibile, beh..stai leggendo il post giusto 😉

In giorni come questi ci sono tante possibilità e cose da fare con i bambini (e con tutta la famiglia) senza dover correre a casa per ripararsi dal freddo. Si può stare fuori per giocare ma anche per fare un pisolino o mangiare; Non c’è più alcun motivo per stare in casa o in luoghi chiusi! Questo è il momento ideale per fare picnic e un sacco di giochi diversi. Mi sono accorta che i miei figli ultimamente stanno sorridendo di più e ogni giorno devo trascinarli via dal parco. Inoltre, negli ultimi due weekend, ci siamo presi una pausa dalla città viaggiando per le campagne d’Italia: siamo stati in una fattoria per un saluto agli animali e poi nella natura selvaggia, il miglior posto per le avventure. Abbiamo raccolto legnetti, osservato le particolari forme che assumono le rocce e ammirato i colori dei fiori. L’elenco delle cose intelligenti e stimolanti da fare con i vostri bambini e con tutta la famiglia è piuttosto lungo quando si sta all’aria aperta. Nel caso abbiate bisogno di qualche idea, vorrei condividere con voi alcuni dei miei modi preferiti di godere una bella giornata con la mia famiglia.

  • Fate una passeggiata al parco o in campagna e, a seguire, pranzate con un picnic di cibi e snack portati da casa. Un’ottima idea è quella di portare con voi alcuni libri da leggere all’ombra degli alberi, mentre digerite. E una palla per giocare un po’ a calcio. In questo modo la famiglia può rilassarsi senza il bisogno di correre a casa per il pranzo proprio nel momento di maggior divertimento; si può magiare seduti sull’erba e poi fare un pisolino su di una coperta, all’aria fresca. Svegliarsi e ricominciare a giocare insieme 🙂
  • Penso che ogni bambino ami fare le bolle o corrervi attraverso scoppiandole, se a soffiarle è un adulto. Aggiungete una bella canzone o una danza, così correre e saltare sarà ancora più divertente.
  • Decorate le stradine del vostro quartiere o quelle del parco (oppure i semplici sassi che trovate per terra) con gessi di colore diverso. Con questa attività, i miei figli stanno seduti e concentrati a lungo, perdendosi nei loro pensieri disegnando con tanti colori. Non dimenticate di pulire prima di tornare a casa, il gesso si lava via con facilità.
  • Osservate, semplicemente, la natura che vi circonda. So, per chi non lo ha mai fatto prima, che può suonare strano sentirsi consigliare di guardare pietre e fiori. Eppure è un’attività che molti genitori fanno e mi capita spesso di vederli nel parco. Non dimentichiamo che i bambini amano molto imparare e quando ai miei figli spiego queste piccole ma preziose cose, catturo la loro attenzione. Racconto loro che ogni albero è una vita e che ci sta aiutando a ottenere l’aria più pulita o che le foglie cambiano colore a seconda delle stagioni. E ancora, spiego che dai piccoli bulbi cresceranno fiori, di tanti colori diversi. Loro sembrano sempre molto interessati e curiosi, si guardano intorno con attenzione e cominciano a chiedere spiegazioni di tutto ciò che vedono. Se ci fermiamo ad osservare da vicino ci accorgeremo che ci sono tanti giochi nascosti nella natura attorno a noi, anche nei nostri parchi. Mio figlio più grande può rimanere seduto a lungo solo raccogliendo sassolini: li fa scorrere tra le sue piccole dita, quasi come in una sorta di meditazione. In quei momenti è completamente rilassato e profondamente concentrato nei suoi pensieri.
  • Giocare con l’acqua, bagnarsi o sporcarsi, non è un crimine. Se permettiamo ai nostri bambini di essere liberi, cosa importa se i vestiti sono puliti oppure no? Loro hanno BISOGNO di assaporare la libertà ogni tanto, proprio come noi. Un bambino sano è un bambino che può esplorare, sedersi e sporcarsi del verde dell’erba; siamo fortunati ad avere la lavatrice, possiamo lavare tutto dopo. Mi capita spesso, ma non sempre, di vedere che in Italia, più che in qualsiasi altro luogo, i bambini non sono autorizzati a sporcarsi nel parco o al parco giochi. Vedo genitori o nonni arrabbiati quando i piccoli si siedono per terra, si sdraiano su un mucchio di foglie o si bagnano giocando con l’acqua; se si sporcano di fango o giocano nella sabbia utilizzando le loro manine. E’ assolutamente sano giocare ad esplorare i diversi materiali della terra e le diverse consistenze esistenti. Di solito, dopo un gioco, i bambini sporchi hanno un enorme sorriso sul viso che dice tutto.

Se vivete una bella vita di campagna sono felice per voi, ma se siete come me in una città o in un paese, vi consiglio di dare un’occhiata online e cercare una fattoria per le famiglie a misura di bambino, vicino a voi. Spesso vengono offerte giornate in aziende agricole dove i bambini possono interagire con gli animali e imparare come funziona una fattoria. E’ davvero interessante per tutta la famiglia e devo dire che è piaciuto quasi più a me che ai miei figli. E’ inoltre possibile trovare strutture che permettono di trascorrere l’intero fine settimana in questi luoghi (ad esempio bed & breakfast) dove si può giocare e rilassarsi nella natura, durante il giorno. Stare fuori una notte o due fa bene ogni tanto. Recentemente abbiamo vissuto dei fine settimana all’insegna della natura e siamo stati così bene che quasi quasi potremmo cambiare vita e trasferisci!

Fate un giro in bicicletta. Anche in questo caso potete portare il pranzo con voi e scoprire qualche posto nuovo, anche solo per raggiungere un parco o un parco giochi mai visti prima. Dipende da dove si vive, certamente, ma sono sicura che esiste qualcosa che non avete ancora esplorato poco lontano da dove abitate. Io l’ho fatto con il mio bambino, ama stare seduto sulla mia bici guardandosi intorno e cantando le sue canzoni preferite. Credo che sia un ottimo modo per viaggiare da un posto all’altro prendendosi una pausa dai passeggini. Naturalmente mettetevi in sicurezza e usate i caschi. Pedalate lentamente e state il più possibile lontano dal traffico.

Spero che abbiate trovato utile questo articolo; se avete altre idee riguardo al tempo da trascorrere con la vostra famiglia mi piacerebbe sentirle :). Vi auguro una primavera e un’estate meravigliose. La vitamina D arriva direttamente dal sole e mi raccomando, state all’aria aperta con i vostri figli..alla fine della giornata saranno stanchi e si addormenteranno felici.

Love, JM

FRULLATO DI PERA, MIRTILLI E VANIGLIA.

Il frullato preferito della mia famiglia in questi giorni è questo: un mix super fresco e gustoso per questo bel clima primaverile che abbiamo ricevuto (o, almeno, qui a Milano). Preparo questa ricetta a casa, per tutti e 4, abbondando con le dosi in modo da poterlo lasciare all’asilo, per i miei bambini, come spuntino di metà mattina. Questo frullato fornisce molta energia e mi permette di arrivare fino all’ora di pranzo senza aver bisogno di altro.

3 cucchiai di semi di Chia (lasciati precedentemente immersi in acqua, per tutta la notte)

1 pera sbucciata o ben lavata

1 mela sbucciata o ben lavata

1 tazza grande di mirtilli congelati

1 confezione di bacche di acai surgelate

3 cucchiai di semi di canapa

1 cucchiaino di vaniglia biologica

5 pizzichi di cannella

1 manciata di spinaci

Mixare ad alta velocità fino ad ottenere un composto uniforme, a me piace molto quando gli elementi sono ben amalgamati fra loro. Vi consiglio di aggiungere nel frullatore i semi di Chia per primi, in modo che tutto si mescoli più facilmente senza rischiare che il vostro frullatore venga ostruito.

Potete leggere i benefici dei semi di Chia e dei semi di canapa cliccando sui rispettivi link. Ho parlato di questi “super semi” poche settimane fa, se avete bisogno di ricordarlo 🙂

Sentitevi liberi di sperimentare questa ricetta aggiungendo gli ingredienti che preferite.

Spero che possiate passare tutti un bel weekend.

Love, JM

IL PELLE A PELLE, CHIAMATO ANCHE “MARSUPIO TERAPIA”

Qui, in Italia, ho dato alla luce il mio primo figlio, circa 5 settimane prima della data presunta del parto. E’ arrivato in modo del tutto inaspettato e molto velocemente. Per questo motivo gli hanno trovato acqua nei polmoni e ha avuto bisogno di cure immediate: è stato in incubatrice per quasi due settimane e mezzo.

Questo mi ha spezzato il cuore. Eppure, dentro di me, sapevo che era il momento di raccogliere tutte le mie energie ed essere più forte che mai per combattere con e per lui. Per farlo sentire meglio il più velocemente possibile.

Tutto quello che è successo è una storia lunga ed intensa, ho provato molto dolore e profonda tristezza per lui, costretto a rimanere da solo nelle prime due settimane della sua vita. Questo non era quello che avevo immaginato: solo, senza la sua mamma, per 19 ore al giorno! Mi era consentito di fargli visita per sole 5 ore, che comprendevano anche il tempo di togliermi il latte, così ogni volta perdevo 40 minuti di questo tempo prezioso da passare insieme.

Mi sono sentita così arrabbiata durante quel periodo, non mi era permesso di vederlo quando volevo e solo ora so che è una cosa addirittura illegale in molti altri paesi (inclusa l’Islanda, mio paese d’origine): non si dovrebbe mai separare una madre dal proprio bambino in questi casi, loro hanno bisogno di sentirci vicine in quel momento più che mai! La mamma può sedere su una sedia accanto alla culla ogni volta che vuole. In alcuni luoghi permettono anche di avere un letto accanto, in modo da non potersi mai separare.

Ma questa è una storia che avrò piacere di condividere con voi in un’altra occasione, perché oggi vorrei parlarvi della marsupio terapia; in questi momenti, ed anche quelli successivi all’arrivo a casa dall’ospedale, l’ho praticata quotidianamente: è davvero speciale e facendola, ho visto i miei bambini completamente rilassati e sicuri.

Durante la permanenza in ospedale incontri molte persone, e sono tutte diverse. Alcuni membri del personale sono stati di supporto ed incredibilmente gentili, altri invece sembravano in qualche modo fregarsene. Non lo so spiegare, a dire il vero, semplicemente li sentivo poco attenti e delicati.

Mi ricordo però di questa donna speciale che quando era di turno mi diceva sempre di spogliarmi, prendere mio figlio tra le braccia e lasciarlo riposare per un po’: pelle contro pelle. Mi ha detto che lo avrebbe aiutato a migliorare e ho potuto vedere con i miei occhi i valori dei monitor, ai quali era attaccato, crescere e rimanere stabili durante questi intimi momenti insieme. Cantavo a bassa voce e pregavo, dal più profondo del mio cuore, di vederlo presto stare bene. Questo momento è stato qualcosa di semplicemente magico e ricordo ancora esattamente la sensazione, l’odore e il contatto con la sua pelle. Come se fosse ieri.

Quando siamo finalmente tornati a casa ho continuato a fare il pelle a pelle, ogni giorno, per un lungo periodo di tempo. Facevamo anche il bagno insieme, lo appoggiavo sul mio petto ed immediatamente lui si addormentava. E ancora sotto le coperte, dopo aver bevuto il latte, lo lasciavo fare un pisolino sdraiato sulla pancia o sul petto, sempre in questo modo. Spesso si accoccolava nella stessa posizione che i bambini hanno quando sono nella pancia, e lo vedevo, lo sentivo, al sicuro e rilassato.

Quando invece è nato il mio secondo figlio ho avuto il parto dei miei sogni, e sarò felice di condividere con voi anche questo racconto, un giorno. Lui ha riposato su di me, pelle a pelle, per quasi 24 ore dopo il parto. Sembrava che stesse vivendo la mia stessa serenità, in quel momento, ed era sano e salvo. Respirava così profondamente che potevo sentire questo meraviglioso suono, di tanto in tanto, adagiato su di me.

Ora ha un anno e mezzo ed ogni tanto lo faccio ancora, specialmente quando non si sente bene, è un po’ malato o con il raffreddore; spesso capita anche quando ha bisogno di una coccola o di un abbraccio: con il pelle a pelle, si rilassa in 2 secondi.

Se sei la mamma di un neonato o stai per diventarlo, non posso non consigliare questa piccola terapia; se non lo stai già facendo, provaci. So che molte mamme la praticano già e credo sia semplicemente meraviglioso. E’ una bella esperienza sia per voi che per il vostro bambino. Quando si è mamme da poco ci si sente estremamente impegnate, il tempo vola ed ancor prima di accorgersene è già mezzogiorno e non ci si è nemmeno lavate i denti! Nella mia esperienza ho trovato questa attenzione come un momento per fermare il tempo, anche se c’era il bucato da fare e da piegare, i piatti nel lavandino e i pannolini sporchi da gettare nella spazzatura. Queste cose potevano aspettare, noi mamme abbiamo il potere di concederci un po’ di relax con il nostro nuovo piccolo. Soprattutto per fargli le coccole. Questi momenti non tornano indietro, goditi il tuo bambino. Lascia del tempo anche a te stessa, quello per trovare il tuo equilibrio in questo nuovo ruolo. Non bisogna pretendere di essere perfetti, esiste solo il bisogno di essere sé stessi e veri; quando mi guardo indietro penso a questi episodi come a quelli più speciali e vorrei aver potuto farne ancora di più.

Nel caso non l’aveste mai sentita e vorreste sapere qualcosa di più sulla marsupio terapia potete leggere qui http://www.kangaroomothercare.com/ o cercare in internet informazioni al riguardo. Esistono un sacco di notizie utili su questo argomento e se vi incuriosisce, dateci un’occhiata. Si possono anche utilizzare un telo o un pezzo di stoffa morbida, per avvolgere il bambino su di voi in modo che si crei la stessa sensazione di quando era nella pancia. In più, avrete le mani libere e il vostro bambino si sentirà comunque molto comodo. Questa pratica può anche aiutare a liberarli da coliche o pancini pieni d’aria: è stato molto utile con il mio secondo, il quale, a volte, soffriva di mal di stomaco. Bastava passeggiare un pochino con lui avvolto nella fascia ed immediatamente aveva beneficio dai crampi! Non scherzo, scoreggiava tutto il tempo!! 🙂

Per finire, vorrei dedicare questo post a tutte le mamme ed ai bambini che si trovano in questa situazione o che l’hanno vissuta in passato. Molti casi durano mesi: in ospedale, con me, c’era una coppia che era lì con il proprio figlio da 6. So che noi siamo stati fortunati, è andato tutto bene alla fine. Per questo, io ne sarò per sempre grata, ma voglio mandare amore e un forte abbraccio a tutte le altre mamme.

Love, JM

I BENEFICI DEI SEMI DI CANAPA

E’ un dato di fatto: gli specialisti dicono che i semi di canapa siano la categoria di semi più potente al mondo. Io l’ho provato e voglio parlarvene.

Alcuni anni fa, o meglio, circa 14 (wow come vola il tempo), ho iniziato ad interessarmi a prodotti alimentari chiamati “super cibi”. Ne ho scoperti alcuni più interessanti di altri ed alcuni addirittura troppo buoni e portentosi per poter essere veri; i semi di canapa rientrano nella seconda categoria.

Ho iniziato mettendone due grossi cucchiai nei miei frullati, ogni mattina, e cospargendo quasi tutto quello che cucinavo. In quel periodo avevo eczemi e problemi alla pelle e ho letto che se avessi aggiunto questi semi alla mia dieta quotidiana avrei potuto trarne grossi benefici. Così ho provato..e la fantastica notizia è che hanno funzionato! Non solo la mia pelle è cambiata in meglio, ma ho anche avuto un enorme miglioramento nel mio equilibrio ormonale: il ciclo è diventato più preciso e meno pesante, mese dopo mese. Avevo meno fame a metà mattina e ho avuto un notevole incremento di energia; ecco perché ho le mie buone ragioni per mantenerli nella mia dieta.

Nel corso della mie gravidanze, inoltre, li ho mangiati più del solito: li cospargevo sul mio toast all’avocado o nella guacamole fatta in casa. Durante la gravidanza e l’allattamento è davvero importante mangiare molti grassi omega, ed aggiungendo i semi di canapa all’avocado ero sicura di raggiungere la dose quotidiana corretta di grassi essenziali e calorie per il mio corpo.

Quasi ogni piatto che cucino li contiene, li ho introdotti anche ai miei bambini quando hanno iniziato a mangiare cibi solidi. Li mescolo assieme a frutta e verdura e preparo anche il latte di canapa con una ricetta facilissima che vi mostrerò presto.. e vi svelerò anche i segreti per fare in casa tanti tipi di latte diversi (senza derivati caseari)!

 

Ed ecco ciò che i ricercatori dicono sui semi di canapa:

  • ottima fonte di omega-3 e 6 che supportano il cervello, il cuore e le funzioni ormonali.
  • Proteina completa. Una fonte eccellente per coloro che non mangiano proteine animali.
  • Ricchi di fibre solubili e insolubili, che purificano naturalmente il colon e riducono la voglia di zucchero.
  • Migliorano la circolazione e aiutano a mantenere la pressione sanguigna a livelli ottimali.
  • Diminuiscono il rischio di coaguli di sangue e facilitano il recupero dopo un attacco di cuore.
  • Mantengono la pelle in salute e riducono gli eczemi (per questi può essere molto utile anche l’olio di semi di canapa, ne basta un cucchiaio al mattino).
  • Fonte di minerali come calcio, ferro, magnesio, manganese, fosforo, potassio e zinco.
  • Fonte di vitamina A, B1, B2, B3, B6, D ed E.
  • Per curare l’artrite e i problemi articolari: in questo caso è ideale assumere l’olio di canapa al mattino e aggiungere i semi per ridurre, invece, il dolore.
  • Sono un alleato durante la perdita di peso poiché moderano la voglia di zucchero e aumentano il senso di sazietà se aggiunti al pasto della prima colazione (circa 3 cucchiai).

Il loro sapore mi ricorda quello della nocciola e quando preparo il budino di quinoa amo aggiungerli: la loro combinazione è davvero fantastica! Però devo avvertirvi riguardo all’olio, che, invece, non ha un gusto molto piacevole. Io l’ho comunque assunto regolarmente sia in gravidanza che durante l’allattamento. Ora che non sono incinta e non allatto più ho deciso di prendere una breve pausa, ma ne mangio i semi quotidianamente. I miei bimbi invece sembrano amarne il sapore ed ogni mattina ne do loro un cucchiaino senza fare fatica, la trovano una cosa forte da fare per chissà quale strana ragione! 🙂 e quasi quasi potrei ricominciare anch’io. Ma penso che sia molto utile ogni tanto prendere una pausa da certi cibi, anche se sono sani. Basta aspettare qualche giorno e poi piano piano, reintegrarli.

Potete trovare entrambi in qualsiasi negozio di alimentari ma si possono anche ordinare su Amazon!

Love, JM

UNA GIORNATA CON FRANCESCA

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In un brillante e soleggiato sabato di gennaio, ho avuto il piacere di incontrare Francesca ed i suoi bellissimi gemelli. Un maschietto, di nome Gregorio ed una bimba, di nome Matilde.

Mi ha accolta nella sua casa con un enorme sorriso dicendomi che suo marito, quella mattina, aveva portato i bambini fuori e che sarebbero rientrati in pochi minuti. Erano usciti per una passeggiata all’aria fresca e per giocare un pochino nel parco lì vicino.

Al loro ritorno, sono stata colpita da altri tre grandi sorrisi ed ero ancora più entusiasta di ascoltare sì, la loro storia, ma soprattutto il segreto della felicità che sembravano condividere.

Ho conosciuto presto il senso di eterna gratitudine che Francesca e suo marito celavano dietro il loro sorriso: dopo 5 anni di lotte per il concepimento, quasi senza alcuna speranza rimasta e un bel po’ di esaurimento, i gemelli hanno scelto di arrivare.

Così, dopo due anni da innamorati, avete scelto di avere un bambino. Come l’hai vissuta tu?

Avevo da poco perso mio padre e abbiamo scelto di provare a celebrare la vita decidendo di avere un bambino e mettere su famiglia. Abbiamo provato per un anno senza alcun risultato, poi, l’anno successivo, siamo andati da un famoso medico qui a Milano che avrebbe voluto operarmi per capire quale fosse il problema. Avevo 28 anni allora e pensare di subire un intervento chirurgico era qualcosa di assurdo per me, così ho rifiutato. Dopo qualche tempo alla ricerca di buoni medici, ne abbiamo finalmente trovato uno con il quale abbiamo sentito una grande connessione e abbiamo iniziato il processo di FIV (fecondazione in vitro). Dopo 5 anni di percorso ero completamente distrutta, così piena di ormoni che facevo fatica a riconoscermi..e iniziavo a temere per la mia salute. Ho reagito, raggiungendo la consapevolezza che sarei stata un grande zia e una seconda mamma per i bambini dei miei amici.

Ma sia mio marito che il mio medico mi hanno chiesto se fossi disposta a provare ancora una volta, l’ultima, e ho accettato.

Ed ecco che, il 7 novembre 2013, abbiamo scoperto che stavamo aspettando due gemelli!

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Wow, e come avete preso la notizia?

All’inizio abbiamo alternato pianti e risate, fissando quelle carte. Poi devo ammettere che eravamo anche un po’ spaventati perché non si sa mai come andranno i primi mesi. Ci siamo sentiti molto fortunati, e benedetti. Stavamo per avere due bambini! Credetemi, ho pianto lacrime di felicità per qualche giorno.

E tra voi come è stato, dopo tutti questi sforzi e stress?

Lui è l’amore della mia vita. Lo sposerei dieci, cento, mille altre volte.

Come è stata la gravidanza? Come è stato sentire crescere due gemelli?

I primi tre mesi sono stati difficili perché ho dovuto prendere ancora ormoni per mantenere la gravidanza; se non vengono prodotti naturalmente potrebbe essere difficile riuscire a portarla avanti. Ero molto, molto stanca e ho dovuto fare controlli con il mio medico ogni 10 giorni.
Dopodiché ho passato mesi sereni, solo verso la fine ho avuto la pressione alta.

Hai mai avuto paura del parto?

No (dice lei, con fermezza), ho sempre saputo dentro di me che avrei e sarei stata in grado di partorire in modo naturale. Ma il medico mi ha detto di no, ci sarebbe stata troppa pressione e lui avrebbe voluto essere presente in quel momento. Ha detto anche che era troppo rischioso e che avremmo dovuto pianificare un cesareo.
Ma non aveva importanza quello che stava dicendo, in qualche modo sapevo che sarei stata in grado di farlo da sola così ho chiesto se potevo almeno fare un tentativo. Voglio dire, sarei comunque stata in ospedale e se qualcosa non avesse funzionato avrei partorito i miei bambini con il cesareo.
Abbiamo raggiunto un compromesso: avrei programmato un taglio cesareo nel caso in cui fosse successo qualcosa, ma prima avrei potuto fare un tentativo per un parto naturale.

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E così, un giorno, mentre ero seduta qui sul mio divano..boom! Mi si sono rotte le acque, come un fiume in piena! Ma ero completamente calma, felice e pronta a fare lavorare il mio corpo..come pura, naturale, magia. Ho chiamato il mio medico, il quale mi ha detto di prendermi del tempo, fare una doccia ed andare in ospedale quando sarei stata pronta. Quando sono arrivata lì, la sala operatoria era già pronta per me, ma ho rifiutato perché volevo davvero provare ed ho continuato a insistere. Ovviamente, se io o i miei bambini fossimo stati in pericolo avrebbero potuto eseguire il cesareo; Non sono pazza!

Il parto di due gemelli solitamente è un po’ più veloce del normale perché c’è più pressione essendo in due. Mi hanno detto che Matilde, purtroppo, non era nella posizione corretta ed era bloccata su un lato. E’ arrivata un’ostetrica per massaggiarmi la pancia, per cercare di spostare la piccola almeno un pochino, ma ha premuto il gomito così forte che ha finito per rompermi due costole. Ormai ero in travaglio, con due costole rotte, ed iniziavo ad avere un po’ di difficoltà a fare dei respiri profondi. A quel punto mi hanno detto che avrei dovuto affrontare un cesareo, ma la mia sensazione, in quel momento e ancora oggi, è che sarei stata in grado di farlo. Da sola, al 100%. Se avessi avuto accanto la persona giusta che mi avrebbe aiutato con amore e vera cura, io credo fermamente che sarebbe andata così. Intendiamoci, ho aspettato sei anni per farlo e questa era la parte migliore! Ma va bene così, loro adesso sono qui e ne sono eternamente grata.

E cosa è successo dopo? Enrico è stato con te durante il cesareo?

Lui mi ha solo accompagnato nella stanza. Il problema è che qui in Italia, a differenza di altri paesi europei o dell’ America, i mariti non sono autorizzati a rimanere con le loro compagne durante l’operazione. Questo ci ha molto rattristati. E’ dovuto rimanere al di là di una finestra e, sinceramente, non abbiamo potuto sostenerci a vicenda. Poi, dopo il cesareo, ho visto ciascuno dei miei bambini solo per un attimo perché li hanno spostati in un’altra stanza mentre mi hanno ricucita. Nessuno mi ha chiesto come stavo e come stavano i miei bambini. Niente. Ero completamente da sola. Il mio sogno sarebbe stato stare un po’ insieme tutti e quattro, per vivere profondamente questo importante momento: eravamo appena diventati genitori a tutti gli effetti.

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Hai voluto allattare?

Oh sì, assolutamente. Alla fine è venuta in camera mia una donna meravigliosa che mi ha chiesto se volevo allattare ed è rimasta con me per un paio di giorni per aiutarmi nell’allattamento.
Sono rimasta attaccata al tiralatte elettrico per alcune ore fino a che non è comparso il latte…ed ero pronta ad alimentare l’intero piano! Ero così felice, almeno questo sarei stata in grado di farlo. Per un po’ l’ho fatto seguendo il bisogno dei bambini, sono stata praticamente in topless per tre mesi, allattando, sempre.
Se c’è la volontà un modo lo si trova, anche se i bambini sono due. Essere in grado di allattare è stato un momento davvero meraviglioso. A volte li attaccavo contemporaneamente 🙂

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Hai avuto qualche aiuto in più?

Sì, mia nonna (e quindi la loro bisnonna) è venuta a casa, è stata con noi e mi ha aiutato..e lei ha 80 anni. Incredibile! E’ stata semplicemente meravigliosa, mi ha aiutato molto. La mattina prendeva i bambini ed usciva per una passeggiata, così io potevo riposare e fare una doccia.

Sei una madre lavoratrice ora, ma per quanto tempo sei rimasta a casa con i bambini?

Sono rimasta a casa con loro i primi 6 mesi e poi per il primo anno ho lavorato la mattina dalle 9 alle 13. Era così difficile lasciarli, piangevo ogni volta.

Dove lavori?

Lavoro per Jimmy Choo – nel settore della moda, ormai da lungo tempo; prima lavoravo per Valentino. Amo il mio lavoro, ma ora che sono diventata mamma i miei sogni stanno cambiando un po’. Chissà, in futuro mi piacerebbe essere un’organizzatrice di eventi. Mi piace organizzare feste e vedere le persone tutte insieme e felici. In questo modo potrei gestire in autonomia il mio tempo e stare di più con i gemelli.

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Per quanto tempo hai allattato?

Per 8 mesi: Gregorio ha perso interesse mentre Matilde avrebbe voluto attaccarsi più a lungo. Ma avevo così tanto latte materno nel congelatore che lei ha potuto berlo con il biberon per molto tempo.

Come è andata quando hai dato loro cibi solidi?

Per essere onesti, non bene. In quel momento l’ho sentito come un fallimento. Il loro medico mi ha detto che a 6 mesi avrei dovuto iniziare a nutrirli con cibi solidi, ma loro si rifiutavano. Non importava quello facessi, loro lo sputavano e il cibo era più sulle pareti che nei loro stomaci. Credo che non fossero pronti. Ho veramente provato di tutto, dal cibo fresco al cibo in scatola. Il medico mi ha anche suggerito la carne e il pesce in polvere da aggiungere al loro cibo! Disgustoso, non credi?

In quel periodo ho pianto così tanto: ero sotto pressione da parte del medico ed i miei bambini non volevo cibo. Suppongo che volessero semplicemente nutrirsi dal seno un po’ più a lungo. Ho preso una piccola pausa, ho riprovato in un secondo momento ed ha funzionato molto meglio. Naturalmente le istruzioni dei medici sono importanti, ma come racconti tu nel tuo blog, credo che ogni madre debba ascoltare il proprio figlio ed il proprio istinto. Ognuno di noi potrebbe avere esigenze diverse.

E per quanto riguarda voi, riuscite ad essere attenti ad una sana alimentazione?

Sì, sicuramente lo siamo, soprattutto da quando siamo diventati genitori. Sento una certa responsabilità nel prendermi cura della mia salute da quando sono diventata madre. Ho la necessità di essere pronta a sostenere ogni esigenza dei bambini e ho bisogno di vivere una vita lunga e sana con loro. Ci piace provare cose nuove, in questo momento stiamo bevendo acqua calda con limone ogni mattina e mangiamo più frutta.

Come è il vostro matrimonio dopo aver avuto figli?

Beh mi concentro scegliendo con cura le battaglie nel nostro rapporto. Cerco di evitare discussioni per dentifrici e cose futili, come quella. Oppure quando gli chiedo di passarmi qualcosa dalla cucina e lui mi chiede “dov’è?” io rispondo: “nello stesso posto in cui è stata negli ultimi 10 anni”! Ci penso su e mi accorgo che non vale la pena litigare. Penso a tutto quello che abbiamo vissuto in questi 11 anni insieme e mi rendo conto che lui è l’amore della mia vita. E lo sposerei ancora e ancora.

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Fate qualcosa di speciale per mantenere la complicità?

Una volta al mese andiamo fuori a cena, al cinema o qualcosa del genere. Ci prendiamo un momento solo per noi, nel quale non ci è permesso parlare dei bambini. Un momento dedicato al noi e alla nostra relazione.

Perdi ogni tanto la pazienza con i bambini?

No, non proprio. Lavoro davvero molto, così, quello che trascorro con i bambini voglio veramente che sia tempo di qualità. Credo che forse urlo più ad Enrico 🙂 soprattutto al mattino, quando ci stiamo preparando tutti per uscire ed affrontare le nostre giornate. Di solito intorno alle 10:30
lo chiamo per scusarmi delle mia urla 🙂

Vorrei ringraziare Francesca per aver condiviso la sua storia di maternità con noi. E’ stato davvero un piacere incontrare lei e la sua bella famiglia. Amo quando ogni storia, ad un certo punto, mi fa venire la pelle d’oca e persino le lacrime agli occhi. Apprezzo la sua onestà e spero che questo racconto possa essere di conforto o di incoraggiamento per qualche mamma, là fuori.

Vi auguro tutto il meglio della fortuna 🙂

– Love JM

UNA GIORNATA CON ALESSIA, BIANCA AND ARMANDO

È un classico giovedì autunnale carico di pioggia quello in cui incontro Alessia Baldi nella sua città natale, Reggio Emilia. Madre di due bambini, Bianca di quasi 3 anni e Armando di appena tre settimane, Alessia emana la classica luce delle neo mamme: è così serena e felice. Lo capisci subito che è innamorata. Al suo compito di mamma, Alessia affianca un’altra missione, quella di rendere felici le altre donne attraverso gli abiti da sposa che disegna e che hanno trasformato la sua creatività in un autentico mestiere. Dal suo studio, cuore dell’Alessia Baldi Atelier, escono vestiti belli, semplici ed eleganti che incarnano il sogno di molte donne. Mentre ci racconta i lati migliori e quelli meno poetici della maternità, il mondo di Alessia appare autenticamente delizioso e romantico.

Ecco qui la sua storia.

Come ti senti ora che hai due figli e che l’impegno si è sdoppiato?

La vita è leggermente cambiata, devo ammetterlo. Bianca vuole giocare e chiede una certa dose di attenzione. Quando in casa siamo solo noi tre, le piace aiutarmi, per quel che può, ed è molto dolce sia con me che con Armando. Quando invece la casa si anima e magari c’è qualche ospite, allora chiama a sé tutte le attenzioni e fa di tutto per essere al centro della scena. Quando sono arrivata a casa dall’ospedale con Armando ero un po’ preoccupata perché Bianca non era mai stata abituata a dover condividere le mie attenzioni con qualcun altro e non volevo che si creassero degli squilibri. Ma bianca ha risposto benissimo alla situazione, l’ho vista interagire felice con il nuovo fratellino e ho capito che ce l’avremmo fatta senza problemi. Tutti i miei dubbi e le mie paure legate al fatto di avere due bambini e dover gestire la loro coabitazione sono svanite in un attimo e in maniera assolutamente naturale.

Quindi dividersi tra i due bambini…   

… è stato faticoso all’inizio, ma solo perché non sapevo bene come avrei affrontato la situazione. Non volevo che si generassero squilibri, ma poi mi sono resa conto molto naturalmente che: “wow, amo i miei entrambi i miei figli così tanto e in maniera così naturale”! Certo, non è sempre tutto rose e fiori. Ti faccio un esempio molto veloce. Un pomeriggio Bianca torna da scuola di cattivo umore, la giornata non è stata per niente buona e continua a piangere. Armando, stanco e affamato, fa altrettanto. Mi sono detta: “oddio, e adesso come faccio!”. Ma poi li ho presi con me e ci siamo messi tutti e tre nel lettone matrimoniale. Lì ho cominciato a leggere un libro con Bianca mentre davo da mangiare ad Armando. È andata a finire che ci siamo addormentati tutti e tre! Ma in un primo momento davvero non sapevo come sarei uscita da quella situazione!

Ti sentivi un po’ frustrata?

Non esattamente, no. Armando ha solo 3 settimane, lo capisco. Arriverà il momento in cui dovrò affrontare un po’ di frustrazione!

Immagino che al momento tu non stia lavorando.

No, al momento non sto realizzando nessun vestito e penso che sarà un processo che durerà qualche mese. Ricomincerò piano piano a prendere qualche appuntamento di lavoro, ma adesso la mia attenzione è tutta per Armando. Il periodo dell’allattamento è molto importante, ma anche molto faticoso. È fondamentale che io e lui adesso stiamo il più vicini possibile l’una all’altro.

Quali sono le differenze principali tra la tua idea di essere mamma e la realtà?

Come mamma e come esser adulto, hai chiaramente le tue priorità. Quando ero incinta di Bianca, per esempio, non mi ero resa conto, perché non avevo gli strumenti adatti, di quanto tempo mi avrebbe assorbita una volta venuta al mondo. Pensavo che avrei ripreso a lavorare al massimo un paio di mesi dopo la sua nascita, ma poi mi sono resa conto che era un’idea irrealizzabile. Devi passare la maggior parte del tuo tempo con tuo figlio. Devi prenderti cura di lui, facendogli capire che lo ami, che sarai sempre lì per lui; devi dargli delle sicurezze. Anche il passaggio dall’allattamento allo svezzamento richiede una quantità di tempo e di attenzioni che non puoi immaginare finché non ci sei. Il cibo è molto importante per la salute presente e futura dei bambini e io volevo fare tutto al meglio. All’inizio ero molto confusa perché hai a che fare con un sacco di informazioni su quello che è meglio fare o non fare, ma poi ho trovato la mia strada, ho capito come volevo procedere e le cose sono andate decisamente bene. Con Armando sarà tutto più facile. Ma certo, prima di diventare mamma non avrei mai immaginato di dover affrontare tutte queste situazioni differenti. Il mio modo di vedere le cose è molto cambiato.

Hai la sensazione, a volte, di aver perso il tempo che eri solita dedicare a te?

Sì, certo. Ma le cose cambieranno. Adesso sono piccoli e richiedono molte attenzioni. Quando cresceranno e andranno a scuola, avrò la possibilità di recuperare un po’ dei miei spazi.

Quali difficoltà hai incontrato nel bilanciare la tua vita professionale con il tuo ruolo di madre?

All’inizio, molte. Mi si spezzava il cuore all’idea di lasciare Bianca da sola per andare in ufficio, volevo stare sempre con lei. Ma piano piano le cose hanno ripreso il loro ritmo. 

Difficile, però, pensare di lavorare tutti i giorni lontano da casa per molte ore…

Assolutamente. E non a caso ho aperto l’Atelier, una realtà che posso gestire direttamente secondo i miei ritmi. In passato ho lavorato per brand quali Max Mara e Jucca e i ritmi di lavoro erano molto serrati. È stata un’ottima esperienza, ma dentro di me sapevo che non era quello che volevo per la mia vita. Ho sempre voluto una famiglia e dei figli; prendermi cura di loro, crescerli e fare la mamma. Essere presente, insomma. L’Atelier mi permette di modellare le ore e il carico di lavoro secondo le mie esigenze e quelle dei bambini. Mi permette di passare molto tempo con loro, di tornare a casa per pranzo o magari di portare Bianca con me in studio, un ambiente che lei adora.

Da quanto tempo realizzi abiti da sposa?

Da cinque anni, ormai. 

Cosa ti ha spinto a cominciare questa avventura nel mondo degli abiti da sposa?

Vedi, a me piace tutto quello che ruota intorno all’idea di matrimonio. Lavorare a contatto con una futura sposa, che solitamente è sempre così radiosa e felice all’idea di vedere il suo abito finito è uno stimolo incredibile. Realizzare abiti per un giorno così speciale è un privilegio autentico.

Devo dirti che ammiro molto le donne che si ritagliano il loro tempo di madri. È un periodo meraviglioso che una volta passato non torna più indietro. Essere una madre può essere davvero difficile ed è importante conoscere i propri figli.

Essere madre vuol dire concentrarsi su mille cose differenti. A volte è piacevole salire in macchina per andare a lavorare e godersi quei minuti di silenzio in cui ci sei solo tu; in cui puoi concentrarti esclusivamente sul tuo lavoro e su quello che hai in agenda. Certo, dopo un po’ che sono in studio mi viene subito nostalgia dei bambini, ma è normale ed è giusto che ci siano questi spazi ben definiti perché quando sei a casa devi essere mamma la cento per cento e dedicare la tue attenzioni alla famiglia.

Hai una figlia e un figlio. Vedi altri bambini nel tuo futuro?

Subito dopo la nascita di Armando, il mio compagno, Cesare, mi ha regalato un anello dicendo: “questo è per te, per i bambini arrivati e per quelli che verranno”. E io, ridendo ho risposto: “ehi, aspetta un attimo, ho appena partorito!”.

 

Hai detto che a Bianca piace stare in studio da te. La porti lì spesso mentre crei i tuoi fantastici abiti?

La porto lì molto spesso in effetti. A lei piace stare lì perché ci sono molte cose con cui giocare.

Cesare ha un lavoro piuttosto impegnativo che lo porta a viaggiare spesso.

Ogni tanto ti senti come fossi una mamma single?

È vero, Cesare lavora molto. Fortunatamente ha un partner con cui può dividersi gli impegni di lavoro e infatti in questo momento potrà stare a casa per darmi una mano con Bianca e Armando. È davvero un papà premuroso e, oltretutto, se la cava alla grande anche in cucina! Decisamente non mi posso lamentare! (ride)

Ci sono momenti in cui ti dici “sono una buona madre”; momenti in cui sei fiera di te?

Sono sempre presente. Faccio sentire loro tutto il mio affetto con baci, abbracci e carezze. Penso sia davvero fondamentale. Quando Bianca è arrabbiata o molto triste, un bell’abbraccio riesce sempre a calmarla e a sistemare le cose. Ognuno di noi, a qualunque età, ha i suoi momenti decisamente no e penso che in quei momenti ricevere un abbraccio ti faccia realizzare che non sei solo; che c’è qualcuno lì per te pronto ad aiutarti e a confortarti.

Ci sono momenti in cui ti senti un po’ isolata stando tanto tempo in casa con i bambini?

Sì certo, a volte capita. È stato piuttosto strano anche il momento in cui sono tornata dall’ospedale. Non sapevo bene cosa aspettarmi, anche se avevo voglia di scoprirlo. Io sono fortunata perché ho mia madre molto vicino, vive sopra lo studio e quindi ci vediamo spesso. Amo il mio lavoro per cui sono sempre molto felice quando sono in studio con dei clienti. 

Se qualcosa non va per il verso giusto con i bambini ti capita mai di incolparti per quello che sta succedendo?

Mi capita tutte le volte! Comincio a pensare a cosa posso aver fatto di sbagliato o al fatto di non essere brava abbastanza come madre.

Puoi farmi qualche esempio?

Certo. Quando non riesco a occuparmi, con la cura che vorrei, del cibo che preparo a Bianca o della cura che riesco a mettere, quando faccio la spesa, nella ricerca dei giusti alimenti. Oppure quando sono arrivata a casa dopo l’ospedale nel mio nuovo ruolo di madre di due bambini non ero per nulla rilassata. Armando continuava a piangere senza interruzione e per cercare di calmarlo lo tenevo sempre con me così Bianca, sentendosi trascurata, è andata da Cesare chiedendogli se poteva abbracciarla e andare a giocare assieme. Io e lei abbiamo sempre avuto un legame speciale e mi è spiaciuto che si sentisse così. I primissimi tempi con Armando sono stati i più duri perché tutto il nucleo familiare si deve assestare su nuove routine che riescano a soddisfare le esigenze di tutti. Ma se è solo un momento, poi tutto si aggiusta.

Mi sembra che Armando si trovi molto a suo agio nel baby wrap (marsupio?). Ti piace utilizzarlo?

Decisamente. Trovo sia un ottimo sistema per tenerti il bambino molto vicino durante le prime settimane, serve a calmarlo e a fargli sentire il battito del cuore. Ed è una cosa che aiuta i bambini ad addormentarsi più facilmente. Inoltre così ho entrambe le mani libere per potermi dedicare ad altro o giocare con Bianca nel frattempo.

Ci sono dei momenti in cui ti capita di perdere le staffe?

Certo. Le volte, ad esempio, in cui devo chiamare Bianca cento volte e lei mi risponde solo quando mi tocca alzare la voce; o quando le dico per 100 volte che non può fare quello che sta facendo, ma lei continua imperterrita. Mi capita di urlare, ma ovviamente subito mi sento in colpa. Ma sono convinta che sia necessaria della disciplina e in questo Cesare mi dà una grossa mano insegnando a Bianca le buona maniere: Come l’altro giorno in cui abbiamo speso una buona parte di tempo per insegnarle a dire “grazie” o “per favore”. Ci abbiamo messo un po’ a farle capire che un secco “no” a una domanda non è una risposta educata, ma alla fine Cesare ce l’ha fatta. Lui ha un ottimo ascendente su di lei e stanno molto bene insieme.

Da quanto tempo state assieme tu e Cesare?

Da 9 anni. 

Hai allattato al seno entrambi i tuo figli?

Sì, Con Bianca sono andata avanti per due anni e conto di fare lo stesso con Armando.

Bianca dorme in una stanza e in un letto tutti suoi?

No, dorme ancora con noi nel lettone tra me e Cesare. Così per il momento stiamo tutti e quattro in un’unica stanza. C’è qualcosa di estremamente intimo e piacevole nel fatto di dormire tutti nella stessa stanza. Ti dirò di più: per le prime due settimane, Armando ha dormito sul mio petto. Ma ho detto a Cesare di comprare un letto più grande per poterci dormire tutti più comodamente! (ride).

 Mi racconti chi era Alessia prima che diventasse mamma?

Ero una donna che lavorava full time, a volte persino di notte, nel mio Atelier. Cucivo e ricucivo i vestiti senza fermarmi un attimo. Oggi li creo e basta, ho una persona che li cuce al posto mio. Ma oltre al lavoro mi godevo parecchio il mio tempo libero. Uscivo spesso con gli amici per andare a cena o bere qualcosa.

Com’è cambiato, se è cambiato, il rapporto tra te e Cesare da quando ci sono i bambini?

Sì, ci sono stati degli inevitabili cambiamenti, soprattutto quando è arrivata Bianca. Un bambino ti costringe a trovare dei nuovi equilibri e all’inizio è tutt’altro che facile. Ma l’importante è stare sereni e rilassati. Ci sono talmente tante cose a cui devi pensare quando hai un figlio; cose che neanche pensavi potessero esistere. Dalle più stupide a quelle più serie, cose come i vaccini, la dieta, il tempo dedicato al sonno, ogni cosa diventa una grossa responsabilità. Come ogni genitore, Cesare ed io vogliamo fare il meglio per i nostri figli.

E come ve la cavate come genitori?

Ovviamente abbiamo i nostri alti e bassi, è invetitabile. Però abbiamo imparato a stare calmi e confrontarci molto. Facciamo parte della stessa squadra per cui il nostro obiettivo è quello di supportarci a vicenda per stare bene come famiglia.

Raccontami qualcosa a proposito della dieta dei bambini. Prepari tu tutto rigorosamente in casa?

Sì, facciamo tutto noi in casa. Per un po’ abbiamo tenuto Bianca a un regime di tipo vegano. Quando ha compiuto 14 mesi abbiamo cominciato a darle un po’ di uova e di pesce. In casa nostra non compriamo mai carne, quella è riservata alle uscite fuori a cena oppure quando si va a casa dei nonni. Un’altra cosa che non entra nel nostro menu sono i latticini.

Detto questo, cerchiamo di mantenere una grossa varietà di preparazioni. Cesare è molto bravo con la pasta e con il pesce. Io mi occupo più di verdure e cereali. Un’altra cosa che mi piace molto fare sono le zuppe di legumi molto amate anche da Bianca. Anzi, credo siano proprio il suo piatto preferito. 

E come va con i malanni di stagione?

Devo dire che Bianca non si ammala praticamente mai. Qualche volta si prende un leggero raffreddore al ambio di stagione, ma è una cosa abbastanza normale.

Pensi che la cosa sia legata al suo mangiare così sano?

Assolutamente sì. Penso che evitare carne e latticini faccia una grossa differenza in positivo. Cerco anche di tenerla lontana dagli zuccheri. Caramelle e Coca Cola sono assolutamente bandite! 

Ti capita mai di sentirti giudicata dalle persone intorno a te quando non concedi a Bianca alcuni tipi di cibo o di dolci?

Certo. Ma non mi interessa. La gente ama criticare, giudicare e fare commenti. Ho fatto le mie ricerche su cosa fosse meglio per i miei figli e so che la cosa li fa stare bene. Mi ricordo che quando siamo stati invitati alla prima festa di compleanno ero un po’ innervosita dal fatto che a Bianca venissero offerti cibi che non volevo lei mangiasse, ma per fortuna lei non ha mostrato alcun interesse verso dolci, caramelle ecc. ecc.

Parliamo un po’ di vestiti. Dove compri gli abiti per i tuoi figli?

A dirti il vero, dipende. In genere da Zara, Gap o H&M. Un altro brand che amo particolarmente è Polarn o Pyret, ma fa solo abiti per maschi.

E per quel che ti riguarda, come descriveresti il tuo stile?

Ho sempre amato il vintage e gli abiti di seconda mano, sin dai tempi in cui ho vissuto a New York. Ancora oggi mi piace scegliere dei pezzi trovati qua e là e mescolarli, per esempio, con dei capi firmati Max Mara o Cos o, ancora, H&M. Non ho un designer preferito perché dipende dalle collezioni di stagione in stagione, ma se dovessi sceglierne uno in particolare, la mia scelta cadrebbe su Luisa Beccaria.

Auguro ad Alessia e alla sua famiglia tutto il bene possibile e desidero ringraziarla con tutto il cuore per il tempo che mi ha dedicato raccontandomi la sua esperienza di madre. Ogni volta che mi confronto con altre madri, imparo sempre qualcosa di nuovo e spero che anche per voi sia lo stesso; che queste conversazioni possano essere d’ispirazione.

Se siete curiose di dare un’occhiata alle creazioni di Alessia, potete cercala su Instagram (Alessia Baldi Atelier) o cliccare sul suo sito internet (www.alessiabaldi.it).

love, JM