UNA GIORNATA CON FRANCESCA

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In un brillante e soleggiato sabato di gennaio, ho avuto il piacere di incontrare Francesca ed i suoi bellissimi gemelli. Un maschietto, di nome Gregorio ed una bimba, di nome Matilde.

Mi ha accolta nella sua casa con un enorme sorriso dicendomi che suo marito, quella mattina, aveva portato i bambini fuori e che sarebbero rientrati in pochi minuti. Erano usciti per una passeggiata all’aria fresca e per giocare un pochino nel parco lì vicino.

Al loro ritorno, sono stata colpita da altri tre grandi sorrisi ed ero ancora più entusiasta di ascoltare sì, la loro storia, ma soprattutto il segreto della felicità che sembravano condividere.

Ho conosciuto presto il senso di eterna gratitudine che Francesca e suo marito celavano dietro il loro sorriso: dopo 5 anni di lotte per il concepimento, quasi senza alcuna speranza rimasta e un bel po’ di esaurimento, i gemelli hanno scelto di arrivare.

Così, dopo due anni da innamorati, avete scelto di avere un bambino. Come l’hai vissuta tu?

Avevo da poco perso mio padre e abbiamo scelto di provare a celebrare la vita decidendo di avere un bambino e mettere su famiglia. Abbiamo provato per un anno senza alcun risultato, poi, l’anno successivo, siamo andati da un famoso medico qui a Milano che avrebbe voluto operarmi per capire quale fosse il problema. Avevo 28 anni allora e pensare di subire un intervento chirurgico era qualcosa di assurdo per me, così ho rifiutato. Dopo qualche tempo alla ricerca di buoni medici, ne abbiamo finalmente trovato uno con il quale abbiamo sentito una grande connessione e abbiamo iniziato il processo di FIV (fecondazione in vitro). Dopo 5 anni di percorso ero completamente distrutta, così piena di ormoni che facevo fatica a riconoscermi..e iniziavo a temere per la mia salute. Ho reagito, raggiungendo la consapevolezza che sarei stata un grande zia e una seconda mamma per i bambini dei miei amici.

Ma sia mio marito che il mio medico mi hanno chiesto se fossi disposta a provare ancora una volta, l’ultima, e ho accettato.

Ed ecco che, il 7 novembre 2013, abbiamo scoperto che stavamo aspettando due gemelli!

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Wow, e come avete preso la notizia?

All’inizio abbiamo alternato pianti e risate, fissando quelle carte. Poi devo ammettere che eravamo anche un po’ spaventati perché non si sa mai come andranno i primi mesi. Ci siamo sentiti molto fortunati, e benedetti. Stavamo per avere due bambini! Credetemi, ho pianto lacrime di felicità per qualche giorno.

E tra voi come è stato, dopo tutti questi sforzi e stress?

Lui è l’amore della mia vita. Lo sposerei dieci, cento, mille altre volte.

Come è stata la gravidanza? Come è stato sentire crescere due gemelli?

I primi tre mesi sono stati difficili perché ho dovuto prendere ancora ormoni per mantenere la gravidanza; se non vengono prodotti naturalmente potrebbe essere difficile riuscire a portarla avanti. Ero molto, molto stanca e ho dovuto fare controlli con il mio medico ogni 10 giorni.
Dopodiché ho passato mesi sereni, solo verso la fine ho avuto la pressione alta.

Hai mai avuto paura del parto?

No (dice lei, con fermezza), ho sempre saputo dentro di me che avrei e sarei stata in grado di partorire in modo naturale. Ma il medico mi ha detto di no, ci sarebbe stata troppa pressione e lui avrebbe voluto essere presente in quel momento. Ha detto anche che era troppo rischioso e che avremmo dovuto pianificare un cesareo.
Ma non aveva importanza quello che stava dicendo, in qualche modo sapevo che sarei stata in grado di farlo da sola così ho chiesto se potevo almeno fare un tentativo. Voglio dire, sarei comunque stata in ospedale e se qualcosa non avesse funzionato avrei partorito i miei bambini con il cesareo.
Abbiamo raggiunto un compromesso: avrei programmato un taglio cesareo nel caso in cui fosse successo qualcosa, ma prima avrei potuto fare un tentativo per un parto naturale.

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E così, un giorno, mentre ero seduta qui sul mio divano..boom! Mi si sono rotte le acque, come un fiume in piena! Ma ero completamente calma, felice e pronta a fare lavorare il mio corpo..come pura, naturale, magia. Ho chiamato il mio medico, il quale mi ha detto di prendermi del tempo, fare una doccia ed andare in ospedale quando sarei stata pronta. Quando sono arrivata lì, la sala operatoria era già pronta per me, ma ho rifiutato perché volevo davvero provare ed ho continuato a insistere. Ovviamente, se io o i miei bambini fossimo stati in pericolo avrebbero potuto eseguire il cesareo; Non sono pazza!

Il parto di due gemelli solitamente è un po’ più veloce del normale perché c’è più pressione essendo in due. Mi hanno detto che Matilde, purtroppo, non era nella posizione corretta ed era bloccata su un lato. E’ arrivata un’ostetrica per massaggiarmi la pancia, per cercare di spostare la piccola almeno un pochino, ma ha premuto il gomito così forte che ha finito per rompermi due costole. Ormai ero in travaglio, con due costole rotte, ed iniziavo ad avere un po’ di difficoltà a fare dei respiri profondi. A quel punto mi hanno detto che avrei dovuto affrontare un cesareo, ma la mia sensazione, in quel momento e ancora oggi, è che sarei stata in grado di farlo. Da sola, al 100%. Se avessi avuto accanto la persona giusta che mi avrebbe aiutato con amore e vera cura, io credo fermamente che sarebbe andata così. Intendiamoci, ho aspettato sei anni per farlo e questa era la parte migliore! Ma va bene così, loro adesso sono qui e ne sono eternamente grata.

E cosa è successo dopo? Enrico è stato con te durante il cesareo?

Lui mi ha solo accompagnato nella stanza. Il problema è che qui in Italia, a differenza di altri paesi europei o dell’ America, i mariti non sono autorizzati a rimanere con le loro compagne durante l’operazione. Questo ci ha molto rattristati. E’ dovuto rimanere al di là di una finestra e, sinceramente, non abbiamo potuto sostenerci a vicenda. Poi, dopo il cesareo, ho visto ciascuno dei miei bambini solo per un attimo perché li hanno spostati in un’altra stanza mentre mi hanno ricucita. Nessuno mi ha chiesto come stavo e come stavano i miei bambini. Niente. Ero completamente da sola. Il mio sogno sarebbe stato stare un po’ insieme tutti e quattro, per vivere profondamente questo importante momento: eravamo appena diventati genitori a tutti gli effetti.

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Hai voluto allattare?

Oh sì, assolutamente. Alla fine è venuta in camera mia una donna meravigliosa che mi ha chiesto se volevo allattare ed è rimasta con me per un paio di giorni per aiutarmi nell’allattamento.
Sono rimasta attaccata al tiralatte elettrico per alcune ore fino a che non è comparso il latte…ed ero pronta ad alimentare l’intero piano! Ero così felice, almeno questo sarei stata in grado di farlo. Per un po’ l’ho fatto seguendo il bisogno dei bambini, sono stata praticamente in topless per tre mesi, allattando, sempre.
Se c’è la volontà un modo lo si trova, anche se i bambini sono due. Essere in grado di allattare è stato un momento davvero meraviglioso. A volte li attaccavo contemporaneamente 🙂

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Hai avuto qualche aiuto in più?

Sì, mia nonna (e quindi la loro bisnonna) è venuta a casa, è stata con noi e mi ha aiutato..e lei ha 80 anni. Incredibile! E’ stata semplicemente meravigliosa, mi ha aiutato molto. La mattina prendeva i bambini ed usciva per una passeggiata, così io potevo riposare e fare una doccia.

Sei una madre lavoratrice ora, ma per quanto tempo sei rimasta a casa con i bambini?

Sono rimasta a casa con loro i primi 6 mesi e poi per il primo anno ho lavorato la mattina dalle 9 alle 13. Era così difficile lasciarli, piangevo ogni volta.

Dove lavori?

Lavoro per Jimmy Choo – nel settore della moda, ormai da lungo tempo; prima lavoravo per Valentino. Amo il mio lavoro, ma ora che sono diventata mamma i miei sogni stanno cambiando un po’. Chissà, in futuro mi piacerebbe essere un’organizzatrice di eventi. Mi piace organizzare feste e vedere le persone tutte insieme e felici. In questo modo potrei gestire in autonomia il mio tempo e stare di più con i gemelli.

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Per quanto tempo hai allattato?

Per 8 mesi: Gregorio ha perso interesse mentre Matilde avrebbe voluto attaccarsi più a lungo. Ma avevo così tanto latte materno nel congelatore che lei ha potuto berlo con il biberon per molto tempo.

Come è andata quando hai dato loro cibi solidi?

Per essere onesti, non bene. In quel momento l’ho sentito come un fallimento. Il loro medico mi ha detto che a 6 mesi avrei dovuto iniziare a nutrirli con cibi solidi, ma loro si rifiutavano. Non importava quello facessi, loro lo sputavano e il cibo era più sulle pareti che nei loro stomaci. Credo che non fossero pronti. Ho veramente provato di tutto, dal cibo fresco al cibo in scatola. Il medico mi ha anche suggerito la carne e il pesce in polvere da aggiungere al loro cibo! Disgustoso, non credi?

In quel periodo ho pianto così tanto: ero sotto pressione da parte del medico ed i miei bambini non volevo cibo. Suppongo che volessero semplicemente nutrirsi dal seno un po’ più a lungo. Ho preso una piccola pausa, ho riprovato in un secondo momento ed ha funzionato molto meglio. Naturalmente le istruzioni dei medici sono importanti, ma come racconti tu nel tuo blog, credo che ogni madre debba ascoltare il proprio figlio ed il proprio istinto. Ognuno di noi potrebbe avere esigenze diverse.

E per quanto riguarda voi, riuscite ad essere attenti ad una sana alimentazione?

Sì, sicuramente lo siamo, soprattutto da quando siamo diventati genitori. Sento una certa responsabilità nel prendermi cura della mia salute da quando sono diventata madre. Ho la necessità di essere pronta a sostenere ogni esigenza dei bambini e ho bisogno di vivere una vita lunga e sana con loro. Ci piace provare cose nuove, in questo momento stiamo bevendo acqua calda con limone ogni mattina e mangiamo più frutta.

Come è il vostro matrimonio dopo aver avuto figli?

Beh mi concentro scegliendo con cura le battaglie nel nostro rapporto. Cerco di evitare discussioni per dentifrici e cose futili, come quella. Oppure quando gli chiedo di passarmi qualcosa dalla cucina e lui mi chiede “dov’è?” io rispondo: “nello stesso posto in cui è stata negli ultimi 10 anni”! Ci penso su e mi accorgo che non vale la pena litigare. Penso a tutto quello che abbiamo vissuto in questi 11 anni insieme e mi rendo conto che lui è l’amore della mia vita. E lo sposerei ancora e ancora.

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Fate qualcosa di speciale per mantenere la complicità?

Una volta al mese andiamo fuori a cena, al cinema o qualcosa del genere. Ci prendiamo un momento solo per noi, nel quale non ci è permesso parlare dei bambini. Un momento dedicato al noi e alla nostra relazione.

Perdi ogni tanto la pazienza con i bambini?

No, non proprio. Lavoro davvero molto, così, quello che trascorro con i bambini voglio veramente che sia tempo di qualità. Credo che forse urlo più ad Enrico 🙂 soprattutto al mattino, quando ci stiamo preparando tutti per uscire ed affrontare le nostre giornate. Di solito intorno alle 10:30
lo chiamo per scusarmi delle mia urla 🙂

Vorrei ringraziare Francesca per aver condiviso la sua storia di maternità con noi. E’ stato davvero un piacere incontrare lei e la sua bella famiglia. Amo quando ogni storia, ad un certo punto, mi fa venire la pelle d’oca e persino le lacrime agli occhi. Apprezzo la sua onestà e spero che questo racconto possa essere di conforto o di incoraggiamento per qualche mamma, là fuori.

Vi auguro tutto il meglio della fortuna 🙂

– Love JM

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