Mamma di tre bambini, come gestisci una casa così affollata?
Beh, voglio dirti la verità. Sono estremamente fortunata. Ed è tutto molto divertente, Saga (mia figlia di 7 anni) e Dagur (mio figlio di 5 anni) sono ottimi amici (per circa l’85% del tempo passato insieme – e spero che durerà) e giocano sempre mentre allatto o addormento Blær (mia figlia di 6 mesi). È impegnativo, non fraintendermi, ma in modo positivo. Ora, per un anno, sarò a casa con la più piccola e la mia giornata tipo si svolge così: sveglia poco prima delle sette, ci si veste, facciamo colazione, ascoltiamo musica e poi mio marito Daniel porta Saga e Dagur a scuola, per le otto. Poi lui va a nuotare prima di lavorare, mentre io e Blær abbiamo un’ora solo per noi, prima che si riaddormenti di nuovo. Mentre fa il suo pisolino io pulisco casa, faccio le lavatrici, lavoro, mi faccio una doccia, bevo il caffè o riposo, tutto dipende dalla mia energia e dall’umore della giornata. I pisolini di Blær variano dai 30 minuti alle 2 ore. Alle volte, si addormenta di nuovo nel primo pomeriggio così andiamo a fare una passeggiata e prendiamo i suoi fratellini a scuola verso le quattro. Andiamo a casa e prepariamo la cena, faccio un pò di compiti con Saga, mangiamo alle sei, bagnetto per tutti e a letto alle otto. Blær è la prima ad andare a dormire e poi noi cerchiamo di leggere e trascorrere un momento a letto prima di dormire. A volte è difficile far sì che ognuno si calmi e si distenda ed io sono spesso stressata quando cerco di far addormentare tutti, ma cerco sempre di ricordarmi che è difficile tranquillizzare chi ho intorno se io per prima non lo sono..così, faccio un respiro profondo e mi rilasso. La maggior parte delle volte, funziona davvero. E, quasi sempre, vado a dormire anch’io nello stesso momento..
Come ben sai, in casa, le cose funzionano bene se la mamma non è stanca e quindi ho il dovere di prendermi cura di questo e di me stessa. Se sono troppo stanca, tutto mi esaspera, dalle pulizie alla preparazione dei pasti ecc. Se riposo, invece, è tutto ok, sorrido e sorridono anche i bambini.
Immagino che tuo marito lavori molto, hai qualche aiuto con i bambini?
Sì, senza alcun programma, solo quando ne ho davvero bisogno. L’aiuto arriva dalle nostre rispettive mamme. Entrambi (io e mio marito Daniel) abbiamo le migliori mamme del mondo che amano trascorrere del tempo con i nostri bambini. Quindi, se devo lavorare o studiare o incontrare i miei amici (che è una cosa che avrei bisogno di fare di più), le chiamo e chiedo se possono darmi una mano o due. Ma sono stata sul punto di contattare una babysitter per almeno 3 anni, per poter uscire con mio marito o con gli amici, vedere un film, fare una passeggiata o andare in piscina. Ci sto ancora lavorando – chissà a che punto sarò tra altri 3 anni.
Hai un lavoro incredibile come ostetrica, raccontami come ti sei avvicinata a questa professione e come funziona.
Beh, è un po’ complicato. Sinceramente penso che dovesse andare proprio così. Quando ero ancora una bambina, in biblioteca, sceglievo i libri che parlavano della nascita, di come sono fatti i neonati e ne ero davvero affascinata. Ricordo che nelle docce della piscina che frequentavo, ammiravo le donne in gravidanza come dee ed ero veramente incantata da questo viaggio; inizialmente sarei voluta diventare un medico perché pensavo che fossero loro a far nascere i bambini, ma poi ho scoperto che mi sbagliavo. Qui in Islanda, loro hanno il compito di prendersi cura delle donne se qualcosa va storto, ma non si occupano di quelle che portano avanti gravidanze sane e nascite senza complicazioni. E’ stato facile scegliere, per me, sarei diventata un’ostetrica.
E’ meraviglioso fare questo lavoro. Sai, non è mai uguale. Durante la loro gravidanza incontriamo queste donne, ciascuna per almeno sette volte, le seguiamo nel travaglio e ci occupiamo di loro e dei neonati durante le visite a domicilio per altrettante sette volte durante i primi dieci giorni post parto; ogni volta è qualcosa di nuovo ed è estremamente gratificante. Spesso tornando a casa dal lavoro (dal reparto maternità dell’ospedale) mi ritrovo a sorridere camminando a dieci centimetri da terra. Lavoro a turni, quindi a volte è difficile tornare a casa senza aver davvero finito. Ad esempio, accade che dopo un lungo travaglio vorresti rimanere fino alla fine, per vedere la gioia negli occhi di questi nuovi genitori..ovviamente “fine” non è la parola più corretta, è un inizio, per loro.
Il momento più emozionante di questo lavoro, per me, è stato quando ho avuto l’onore di far nascere mio nipote ed i figli dei miei migliori amici; è stato semplicemente incredibile. Vedere mia sorella ed i miei amici durante il momento più importante della loro vita, vederne il lato vulnerabile ma anche quello più forte, è qualcosa che è davvero difficile da descrivere a parole.

Quanti anni avevi quando hai avuto il tuo primo figlio?
Avevo trentun anni e non potevo più aspettare. Ho finito i miei studi come infermiera ed ostetrica, ho letto tutti i libri esistenti sulla gravidanza, sulla nascita e sui neonati. Ero veramente pronta a quel punto.
Come sono state le tue gravidanze? Come ti sei sentita?
Beh, onestamente, non sono state come me le immaginavo. Pensavo davvero che sarebbe stato romantico e magico ma per i primi tre mesi mi sono sentita sempre molto stanca e i turni al lavoro sono stati una vera sfida. Negli ultimi mesi soffrivo di mal di schiena e avevo difficoltà nei movimenti. Dovevo ricordare a me stessa che non ero più come prima, sai, la vita e le sensazioni provate non erano proprio le stesse ora che aspettavo un bambino. Ho imparato a riconnettermi con il mio io interiore e a riequilibrarmi. Una nuova vita stava crescendo dentro di me, dovevo smettere di provare a fare tutto quello che facevo prima e di avere le stesse aspettative, perché io non ero più la stessa, giusto? La vita da quel momento è davvero diversa. Ed è strano quanto fosse diventato sensibile il mio corpo. Ricordo le irritazioni alle gambe, ad esempio, la sera e durante a notte. Ho dovuto capire cosa fare per sentirmi meglio, come eliminare lo zucchero o usare meno sale. E’ stata una vera sfida, perché sono una persona che ama particolarmente sia lo zucchero che il cioccolato. Ho scoperto che stavo molto bene in acqua. Così, ogni giorno, andavo in piscina con una bottiglia d’acqua e usavo questo momento per concentrarmi sulla respirazione e per cercare un collegamento con il mio bambino. E’ stato molto importante per me, come fare una sorta di meditazione: mi ha insegnato a non dimenticarmi del mio piccolo e a lasciar scorrere la giornata, senza pretendere niente di più. Mi sentivo molto bene anche facendo yoga. Ho praticato lo yoga kundalini durante ogni mia gravidanza assieme ad un po’ di meditazione e tutto questo mi ha mantenuta in connessione con me stessa, mi ha dato il tempo per concentrarmi sul mio corpo e sul mio bambino e di sentire un po’ di quel romanticismo e di quella magia che ho sempre sognato.
Hai fatto qualcosa di specifico per te stessa durante la gravidanza o qualcosa che vorresti suggerire alle tue clienti o, in generale, alle donne in gravidanza?
Beh, date a voi stesse un po’ di tempo. Tempo per concentrarvi sul vostro corpo cercando di apprezzare il cambiamento; e se non vi sentite bene o se non riuscite a trovare serenità parlatene con la vostra ostetrica e chiedetele consigli. Penso che sia importante essere gentili con noi stesse. Ascoltare il proprio corpo e se si è stanchi, dormire di più. Bisogna cercare di trovare un buon equilibrio tra movimento e riposo. Le passeggiate e il nuoto sono attività ottime durante la gravidanza. E anche una dieta sana è importante: per il bambino, per la mente e il corpo. Cercate di essere positive, vivete l’evoluzione come una cosa meravigliosa. Il vostro corpo sta crescendo e tutta la vostra vita sta cambiando; è un enorme trasformazione crescere un bambino, si sta formando un piccolo essere umano ed è davvero incredibile. Lo sapevate che anche il vostro cuore diventa più grande? Il corpo inizia ad accumulare grasso in più, intorno allo stomaco e ai fianchi, per proteggere il bambino. Penso che quello che le donne affrontano sia qualcosa di molto potente, abbiamo il dono di nutrire e crescere una nuova vita. E’ un privilegio.

Sono sicura che tu abbia visto e sperimentato molto grazie al tuo lavoro, c’è qualcosa che vorresti condividere o consigliare alle nostre lettrici?
Solo di accogliere, tutto. Di ricordare ogni momento e scattare qualche foto. Di concentrarsi e godersi questo viaggio. La vita è così breve e preziosa, non dimentichiamo mai quanto siamo fortunati. Ne è così valsa la pena. Trovate il vostro benessere, parlate con il vostro compagno, con un amico o un familiare; non abbiate paura di chiedere aiuto o consigli, meglio se ad un’ostetrica o ad un medico. E, soprattutto, non esiste un modo giusto di essere, dovete solo essere voi stesse ed esserne orgogliose.
So che stai ancora allattando la tua piccola, ma sono sicura che lo hai fatto anche con gli altri due figli. Per quanto tempo allora e quanto tempo intendi farlo con lei?
Sì, sono stata fortunata ad allattare al seno senza complicazioni, finora. Il mio primo figlio per quasi due anni, ho fatto fatica solo nell’ultimo periodo perché ero incinta, molto sensibile ed i capezzoli mi facevano molto male. Poi ho allattato il secondo per un anno e mezzo ed ho intenzione di allattare Blær, la più piccola, finché andrà bene ad entrambe.
Incoraggi le tue clienti e le altre madri ad allattare? So che in Islanda è molto raro trovare una madre che non allatta, ho ragione?
Beh, in Islanda è un’eccezione che una madre non allatti, quindi sì. Durante la gravidanza chiedo sempre alle donne se intendono allattare al seno e se hanno domande al riguardo. Poi diamo loro del valido materiale informativo e una volta partorito, chiedo se avessero previsto di farlo e se vogliono che io le aiuti ad attaccare il bambino la prima volta. Durante le visite a domicilio, per la prima settimana soprattutto, sia il tempo che le attenzioni si concentrano sull’allattamento al seno: come evitare complicazioni e come reagire se, purtroppo, arrivano. Io raccomando sempre l’allattamento per il neonato se non ci sono complicazioni, ma, se ci sono motivi per i quali la mamma non vuole o non può allattare, sostengo e rispetto assolutamente ogni madre nella propria decisione.
Hai mai tempo per TE nelle vostre giornate? Se sì, cosa fai?
Sinceramente, molto poco. So che potrei ritagliarmelo ma, purtroppo, non lo faccio. Credo che alla fine il “tempo per me” sia durante le mattine, quando bevo la mia seconda tazza di caffè, la mia piccolina fa il pisolino e tutti gli altri sono a scuola o al lavoro.
L’Islanda è uno dei pochissimi paesi al mondo che sostengono molto il parto naturale, le ostetriche ed i medici islandesi incoraggiano le madri ad avere fiducia in loro stesse durante il travaglio e, rispetto ad altri paesi, c’è un tasso molto basso di tagli cesarei. Cosa ci puoi dire su questo?
Sì, è vero. Penso che le donne islandesi abbiano un forte credo nella nascita naturale. L’intera esperienza è molto personale, unica, importante e può influire sulla società e sulla mentalità delle donne e delle loro famiglie. Credo che le ostetriche ed i medici islandesi siano consapevoli di questo e lavorino molto bene insieme, nel rispetto delle donne e prendendosi cura di esse e delle loro famiglie.
Cosa fate per mantenere vivo il vostro romanticismo con tutto questo caos? 🙂
Se devo essere sincera, trovo molto impegnativo riuscire ad essere una buona moglie e una buona amica mentre sto cercando di essere la madre che vorrei diventare. Quello che sto cercando di dire è che incanalando tutti i miei sforzi sul lato materno, mi vedo continuamente fallire nel lato romantico, nelle amicizie e nella carriera. Non fraintendermi, vorrei poter fare tutto. Ma non ci riesco. In questi anni sto cercando di concentrare me stessa sui miei figli e sul “noi” come famiglia – dico a me stessa che è soltanto una fase, che col tempo sarà più facile e arriverà il momento in cui potrò coccolare mio marito invece di crollare addormentata alle nove, la sera. E che sarò in grado di vestirmi bene e uscire per andare al cinema o per bere qualcosa con mio marito invece di dormire… convivo costantemente con un pizzico di senso di colpa; nel profondo sono consapevole che il matrimonio ha bisogno delle stesse energie che investo sui miei figli e che, alla fine, i miei amici potrebbero smettere di chiamarmi – lo so quindi, ma mi sembra di non poterci fare niente – sento che se non mi impegnassi nel prendermi cura dei bambini e, quando accade, nel pulire la casa o nel fare le lavatrici, tutto diventerebbe più difficile, sempre più grande e non riuscirei più a mantenere ogni cosa in un giusto equilibrio.
Qual è la cosa che preferisci dell’essere madre?
Immagino che sia tutto ciò che riguarda esserlo. Amo gli sguardi che ricevo, gli abbracci, le chiacchiere sincere prima di addormentarci, il divertirci insieme e la sensazione di essere amata, necessaria e del fare il meglio per loro. Cerchiamo di costruire bei ricordi insieme, il venerdì serata pizza, giochiamo a carte durante i fine settimana e così via. Penso che sia importante per tutta la famiglia. Ma quando vedo che stanno diventando persone forti con un cuore grande e gentile mi sento davvero orgogliosa.
E la meno preferita?
Non ne sono sicura. Forse la stanchezza, ancora una volta. Il fatto di dover dormire così presto la sera. O quando ci sono sfide particolari che arrivano, che in realtà sono solo fasi ed hanno un tempo molto limitato. Ad esempio, quando i miei bambini si svegliano durante la notte e non si addormentano immediatamente dopo averli tranquillizzati o cose di questo tipo. Devo solo ricordare a me stessa che sono momenti che non durano per sempre.