Raccontami un po’ della gravidanza, com’è stata questa esperienza per te?
Ho avuto un po’ di nausee mattutine. E, durante i primi mesi, questa sensazione è stata difficile da accettare perché sono una persona che ama mangiare ed ero tremendamente arrabbiata che il mio corpo rifiutasse il cibo. Soprattutto perché in quel periodo ero in Sicilia e lì, ogni cosa è buona e molto saporita. Le mie voglie erano di cibo giapponese e di cibo ligure. La famiglia della madre di mio marito proviene dalla Liguria quindi conosco bene i loro piatti ed, inoltre, li trovo molto leggeri. Dopo i primi tre mesi però, sono stata di nuovo bene. Ma credo anche di essermi un pochino annoiata e ammetto di non essere una di quelle persone che ama essere incinta. Voglio dire, ci sono molte donne che amano davvero questo periodo ma io credo di non essere una di loro. Non ero propriamente eccitata da tutto questo. Mi piace di più l’essere madre.


Come è stato il parto?
Beh, lui non si è mai girato a testa in giù, è sempre stato rivolto verso l’alto, a destra. E nonostante abbia provato di tutto (due corsi di preparazione al parto, strofinamenti, massaggi e così via) sapevo già due mesi prima del giorno della presunta nascita che avrei dovuto fare un cesareo e non ho sentito su di me la pressione di un parto naturale. Scommetto che se mi fosse veramente interessato, se fossi stata molto più forte e insistente per la sua nascita in modo naturale avrei potuto riuscirci, forse. Chi lo sa? Ma sono un tipo pratico, faccio quello che devo fare. Immagino che dipenda dal desiderio che ognuno di noi ha.
Qual’è stata la sensazione quando hai incontrato Mattia per la prima volta?
Ricordo che ho pensato che fosse estremamente bello 🙂 Un bel bambino sano.
Come è stata l’esperienza ospedaliera per te?
Eravamo a Zurigo e mio marito è italiano, quindi se chiedete a lui vi dirà che era come stare in un hotel a 5 stelle. Ma per me è stato troppo, ogni 20 minuti / mezz’ora passava l’infermiera a chiedere se avessi bisogno di qualcosa e così via. Volevo solo avere un po’ di pace e rimanere da sola; una donna, addirittura, si è arrabbiata con me perché avrebbe voluto parlare e parlare delle sue esperienze ma io volevo solo riposare e rimanere da sola e si è un pochino infastidita ahahahah. Avevo inoltre la sensazione che non fosse estremamente intelligente, quindi cercavo solo pace e tranquillità.
(Aki fa una pausa per farci assaggiare il vero tè verde, originario di una città del Giappone meridionale da dove proviene la sua nonna che ha 102 anni. Aki dice che in Italia, la gente, può vantarsi di avere un’intensa relazione con l’olio d’oliva o la mozzarella e, in Giappone, questo accade con il tè. Molte conversazioni possono basarsi su quale città abbia il miglior tè verde del Paese. Devo ammettere che questo tè, arrivato dalla città della nonna di Aki, è il migliore che abbia mai bevuto.)


Hai allattato?
Sì, per sette mesi e mezzo. Non ho mai avuto molto latte. Ho dovuto lavorare duramente per mantenerlo. Ho bevuto un sacco di tè, mangiato bene e molto. Ma è un periodo incantevole e so che sono fortunata per essere riuscita a farlo. È anche davvero comodo ma di negativo c’è che il papà, in questo, non può essere molto d’aiuto e per mio marito era la scusa per dire: “Oh no, ha bisogno di te, è fisiologico!” (Aki lo racconta ridendo)
Qual è stato il primo pasto di Mattia, dopo il latte materno?
Penso che fosse una mela, se ricordo bene; preferisco sempre cucinare io, quel che mangiamo. Certo, uscire ogni tanto a pranzo o a cena è bello, ma in generale amo così tanto il cibo che preferisco cucinare. Per Mattia credo abbia senso prepararlo fresco ogni volta, mia madre ha fatto così per me ed io faccio lo stesso per lui.


Qual è la cosa che preferisci dell’essere mamma?
E’ davvero una bella domanda e ci stavo giusto pensando l’altro giorno, ma è difficile rispondere. Forse una delle cose più importanti che sento è che attraverso di lui rivivo il tempo dell’infanzia. E sono anche davvero orgogliosa di aver creato un essere umano.
Qual’è la cosa più difficile, invece, dell’essere mamma?
Farlo addormentare. E’ davvero una cosa che mi fa arrabbiare, sai? In un modo che mi fa sentire così frustrata.
Mi sento spesso come se fossi il sacco da boxe di qualcuno, ed è qualcosa che capisco profondamente perché, allo stesso modo, ho usato anch’io mia madre come paracolpi. Ma un fatto molto interessante che vorrei dire è che sono stata cresciuta più da mio padre che da mia madre. Mia madre era colei che lavorava, nella mia famiglia.


Devo ammettere che, da quando siamo amiche, ho il privilegio di assaggiare il tuo cibo, pensi che tuo marito sappia quanto sia fortunato ad avere una moglie che è anche una grande chef?
Mmm penso che se lo possa dimenticare, ma credo che ogni uomo dimentichi spesso quanto sia incredibile la sua fidanzata o sua moglie. Ma è anche cresciuto senza fratelli e credo che, in generale, le persone che non hanno fratelli vengano cresciute in modo un po’ diverso.
Qual è il tuo piatto preferito, da cucinare a casa, per la tua famiglia?
Quando cucino, la cosa più importante per me sono i cibi stagionali. Seguo veramente le stagioni quando si tratta di cibo.
Adesso, per esempio, sono appassionata delle Barbe di frate (agretti). Sono anche molto influenzata dal cibo italiano e devo dire che da quando vivo in Italia sto esplorando molte ricette nuove (“tradizionali”).


Com’è l’essere per metà giapponese, in Italia?
Onestamente, è un’ esperienza molto, molto interessante; forse posso paragonarla all’essere un uomo nero in Asia. La maggior parte delle persone suppone che io sia cinese. Ad esempio, una volta, mentre camminavo con mio figlio (aggiungo che sono metà svizzera, metà giapponese e mio marito è italiano, quindi mio figlio è un mix di etnie) un uomo di circa 45 anni mi ha chiesto se facevo la baby-sitter o se facevo le pulizie in casa. Forse lo capirei se fosse stato un uomo più anziano, ma a 45 anni…non so cosa pensare. Nel 2017 le persone di tutto il mondo sono ovunque.
Come è la storia d’amore tra te e Francesco?
Siamo andati nella stessa scuola giapponese e l’ho visto nell’area esterna della scuola, un giorno, mentre stava giocando a calcio. Giocava molto intensamente ed è raro, in Giappone, vedere qualcuno giocare rischiando di farsi male. Ma visto che sono molto ribelle, sono riuscita a percepire in lui la stessa cosa che era in me, così ho iniziato a parlarci. Siamo diventati amici. Circa tre anni più tardi ci siamo incontrati a Parigi e siamo diventati “amici con dei vantaggi” senza mai aspettarci nulla l’una dall’altro, per circa 6 anni. Poi, un giorno, è venuto a trovarmi a Zurigo e abbiamo iniziato a considerare la possibilità di essere più di due semplici amici. Dopo tre anni di relazione esclusiva, ci siamo sposati.


Ora sei una madre che lavora, hai la tua attività. Come equilibri il tuo tempo?
In realtà, in un modo molto comodo. Posso organizzare il mio programma. Mi sento molto fortunata ad avere un lavoro. Offro prodotti giapponesi ai negozi europei. Ho iniziato con un sacco di borse e adesso ho molti altri prodotti: accessori, portafogli, bambole fatte a mano per i bambini e quest’anno ho anche iniziato con la porcellana. Tutto direttamente dal mio negozio online – japanproxy.ch – dove ogni mio prodotto è a disposizione di tutti.
Vorresti avere altri figli?
Per circa il 67% sì, ma sto anche molto bene con uno solo. Mi piacerebbe vedere Mattia con un fratello, ma ho già 37 anni e vado per i 38, quindi credo di non avere più molto tempo.
C’è qualcosa che credi sia molto importante per crescere un bambino?
Cerco di essere molto aperta a ciò che è importante e a cosa non lo è. Per me personalmente, vorrei che fosse una persona felice, che si goda davvero la vita, ma credo che questo sia molto personale. Sono una mamma molto entusiasta, amo mostrargli gli animali ed a volte sono più emozionata di lui. Amo dipingere e colorare insieme. Mi sento davvero di essere di nuovo bambina, con lui.


Tu e tuo marito siete entrambi molto artistici e creativi?
Sì, credo proprio di sì. In passato sono stata una fotografa e una fioraia. Amiamo entrambi l’arte e andiamo spesso nei musei. Siamo anche appassionati di lingue e ne parliamo 5. In realtà, mio marito quasi 6. Mattia ne sente 4, parlate in casa: svizzero-tedesco, italiano, inglese e giapponese.
Posso chiederti qual’è la cosa più difficile per una coppia, quando si diventa genitori?
È così difficile avere una conversazione. Ci sono tanti momenti in cui i bambini amano urlare o piangere: è anche un modo per torturare qualcuno, urlando per ore e ore. A volte Mattia vuole solo la nostra attenzione e non possiamo fare altro, mi sento come se le nostre conversazioni siano sempre interrotte.


Dove ti piace acquistare i vestiti di Mattia?
Preferisco soprattutto negozi di seconda mano perché i bambini crescono così in fretta. Inoltre, cerco di evitare di sostenere aziende come H&M, Zara ecc. Rispetto molto i designer, l’ambiente e le piccole aziende indipendenti.
Qual è la tua cosa preferita nel vivere a Milano?
Devo dire che Chinatown, qui, è davvero unica e fantastica. Mi piace veramente. È un mix tra Cina e cultura europea. Inoltre, Milano è molto conveniente geograficamente, una città internazionale con possibilità di partenza verso tutto il mondo.
Dato che sei una donna con ambizioni ed energie molto positive e mi hai aperto gli occhi su molto aspetti, mi chiedo se c’è qualcosa che ti piacerebbe aggiungere per i nostri cari lettori?
Beh, c’è un detto che dice che i nostri figli siano il futuro, quindi sì 🙂
Immagino la consapevolezza del cliente, il conoscere dove vengano prodotte le cose che acquistiamo: controllate il tag ” Made in…” ?
I nostri nonni acquistavano prodotti di alta qualità che siamo felici di ereditare perché avevano e hanno ancora valore. Non è più il modo con il quale la nostra generazione fa shopping. Quello che compriamo finirà nel cestino. Investiamo poco e così, lasciamo crescere montagne di rifiuti. Cambiamo le nostre abitudini in “acquista meno e più di valore” per i nostri figli e il loro futuro.


Buoni prodotti, come quelli dei tempi dei nostri nonni, esistono e vengono ancora prodotti, ma non li troveremo né da H&M o Zara, né in qualsiasi altro negozio. Infatti, sono cose anche molto costose; vi consiglio questo video: http://storyofstuff.org/
Ho iniziato a distribuire prodotti dal Giappone. Un paese in cui l’alta qualità della produzione manifatturiera è una parte essenziale della nostra cultura e, soprattutto, i diritti umani e dei lavoratori sono rispettati e non vi è alcun lavoro minorile coinvolto.
Vorrei ringraziare soprattutto Aki, per la sua onestà sulla maternità. La sincerità porta sempre con sé coraggio. Trovo conforto e ispirazione nelle sue parole e nei suoi modi. Auguro a voi e alla vostra bella famiglia tutto il meglio.
Se siete interessati a visualizzare i suoi prodotti giapponesi potete trovare tutto qui, su:japanproxy.ch
Love, JM
@Photo, www.mamafedona.com
