Qui, in Italia, ho dato alla luce il mio primo figlio, circa 5 settimane prima della data presunta del parto. E’ arrivato in modo del tutto inaspettato e molto velocemente. Per questo motivo gli hanno trovato acqua nei polmoni e ha avuto bisogno di cure immediate: è stato in incubatrice per quasi due settimane e mezzo.
Questo mi ha spezzato il cuore. Eppure, dentro di me, sapevo che era il momento di raccogliere tutte le mie energie ed essere più forte che mai per combattere con e per lui. Per farlo sentire meglio il più velocemente possibile.
Tutto quello che è successo è una storia lunga ed intensa, ho provato molto dolore e profonda tristezza per lui, costretto a rimanere da solo nelle prime due settimane della sua vita. Questo non era quello che avevo immaginato: solo, senza la sua mamma, per 19 ore al giorno! Mi era consentito di fargli visita per sole 5 ore, che comprendevano anche il tempo di togliermi il latte, così ogni volta perdevo 40 minuti di questo tempo prezioso da passare insieme.
Mi sono sentita così arrabbiata durante quel periodo, non mi era permesso di vederlo quando volevo e solo ora so che è una cosa addirittura illegale in molti altri paesi (inclusa l’Islanda, mio paese d’origine): non si dovrebbe mai separare una madre dal proprio bambino in questi casi, loro hanno bisogno di sentirci vicine in quel momento più che mai! La mamma può sedere su una sedia accanto alla culla ogni volta che vuole. In alcuni luoghi permettono anche di avere un letto accanto, in modo da non potersi mai separare.
Ma questa è una storia che avrò piacere di condividere con voi in un’altra occasione, perché oggi vorrei parlarvi della marsupio terapia; in questi momenti, ed anche quelli successivi all’arrivo a casa dall’ospedale, l’ho praticata quotidianamente: è davvero speciale e facendola, ho visto i miei bambini completamente rilassati e sicuri.

Durante la permanenza in ospedale incontri molte persone, e sono tutte diverse. Alcuni membri del personale sono stati di supporto ed incredibilmente gentili, altri invece sembravano in qualche modo fregarsene. Non lo so spiegare, a dire il vero, semplicemente li sentivo poco attenti e delicati.
Mi ricordo però di questa donna speciale che quando era di turno mi diceva sempre di spogliarmi, prendere mio figlio tra le braccia e lasciarlo riposare per un po’: pelle contro pelle. Mi ha detto che lo avrebbe aiutato a migliorare e ho potuto vedere con i miei occhi i valori dei monitor, ai quali era attaccato, crescere e rimanere stabili durante questi intimi momenti insieme. Cantavo a bassa voce e pregavo, dal più profondo del mio cuore, di vederlo presto stare bene. Questo momento è stato qualcosa di semplicemente magico e ricordo ancora esattamente la sensazione, l’odore e il contatto con la sua pelle. Come se fosse ieri.
Quando siamo finalmente tornati a casa ho continuato a fare il pelle a pelle, ogni giorno, per un lungo periodo di tempo. Facevamo anche il bagno insieme, lo appoggiavo sul mio petto ed immediatamente lui si addormentava. E ancora sotto le coperte, dopo aver bevuto il latte, lo lasciavo fare un pisolino sdraiato sulla pancia o sul petto, sempre in questo modo. Spesso si accoccolava nella stessa posizione che i bambini hanno quando sono nella pancia, e lo vedevo, lo sentivo, al sicuro e rilassato.
Quando invece è nato il mio secondo figlio ho avuto il parto dei miei sogni, e sarò felice di condividere con voi anche questo racconto, un giorno. Lui ha riposato su di me, pelle a pelle, per quasi 24 ore dopo il parto. Sembrava che stesse vivendo la mia stessa serenità, in quel momento, ed era sano e salvo. Respirava così profondamente che potevo sentire questo meraviglioso suono, di tanto in tanto, adagiato su di me.
Ora ha un anno e mezzo ed ogni tanto lo faccio ancora, specialmente quando non si sente bene, è un po’ malato o con il raffreddore; spesso capita anche quando ha bisogno di una coccola o di un abbraccio: con il pelle a pelle, si rilassa in 2 secondi.
Se sei la mamma di un neonato o stai per diventarlo, non posso non consigliare questa piccola terapia; se non lo stai già facendo, provaci. So che molte mamme la praticano già e credo sia semplicemente meraviglioso. E’ una bella esperienza sia per voi che per il vostro bambino. Quando si è mamme da poco ci si sente estremamente impegnate, il tempo vola ed ancor prima di accorgersene è già mezzogiorno e non ci si è nemmeno lavate i denti! Nella mia esperienza ho trovato questa attenzione come un momento per fermare il tempo, anche se c’era il bucato da fare e da piegare, i piatti nel lavandino e i pannolini sporchi da gettare nella spazzatura. Queste cose potevano aspettare, noi mamme abbiamo il potere di concederci un po’ di relax con il nostro nuovo piccolo. Soprattutto per fargli le coccole. Questi momenti non tornano indietro, goditi il tuo bambino. Lascia del tempo anche a te stessa, quello per trovare il tuo equilibrio in questo nuovo ruolo. Non bisogna pretendere di essere perfetti, esiste solo il bisogno di essere sé stessi e veri; quando mi guardo indietro penso a questi episodi come a quelli più speciali e vorrei aver potuto farne ancora di più.


Nel caso non l’aveste mai sentita e vorreste sapere qualcosa di più sulla marsupio terapia potete leggere qui http://www.kangaroomothercare.
Per finire, vorrei dedicare questo post a tutte le mamme ed ai bambini che si trovano in questa situazione o che l’hanno vissuta in passato. Molti casi durano mesi: in ospedale, con me, c’era una coppia che era lì con il proprio figlio da 6. So che noi siamo stati fortunati, è andato tutto bene alla fine. Per questo, io ne sarò per sempre grata, ma voglio mandare amore e un forte abbraccio a tutte le altre mamme.
Love, JM